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Miracolo a Milano





Ci sono solo due parole per descrivere questo film, semplicità e ottimismo, dopo Ladri di Biciclette e Umberto D che sono film drammatici poco fa ho finito di vedere Miracolo a Milano. La cosa che colpisce di questo film è che i barboni che non hanno nulla dalla vita, riescono ad essere felici solo con piccole cose, che persone altolocate e con i soldi si stupirebbero di trovare, eppure loro con la loro umiltà riescono a far festa, a sorridere e a vivere in un mondo incapace di tollerarli, una fiaba, che dovrebbero vedere sia grandi che piccini per gustare il sapore di cose antiche e sconosciute ma ancora attuali, cos'è la felicità? Un sorriso, una canzone che i nostri protagonisti cantano allegramente tenendosi per mano, oppure la consapevolezza che buongiorno significhi davvero buongiorno?
In teoria è un film che mi ha trasmesso gioia, no una gioia qualsiasi, non divertimento, perchè fa anche pensare, ma una gioia mai provata, un attimo fuggente che mi ha colpita come mai prima d'ora.
La storia è molto semplice il protagonista è Totò, che viene trovato sotto una pianta di cavolo da una donna che lo accudisce fino alla sua morte, dopo va in orfanotrofio, una volta diventato grande e in cerca di lavoro che ovviamente non troverà, si imbatte in un barbone con cui divide la tenda una notte, ebbene, qui troverà una sua famiglia, e ben presto il fantasma della madre farà di lui l'uomo dei miracoli, basta che i barboni esprimono un desiderio che questo si avvera, segnalo due scene memorabili, quella di quando soffiano al fumo, e quella in cui prendono le scope e volano verso un mondo dove come dice la didascalia finale, buongiorno significa davvero buongiorno.
De Sica riesce a stupire e anche a fare riflettere, sebbene il film non sia stato accettato alla sua uscita in italia, ma all'estero è stato ricoperto di riconoscimenti.
Tratto dal romanzo di Cesare Zavattini Totò il buono, che per questo film ha scritto la sceneggiatura insieme a De Sica, un film sicuramente da collezionare.
Piccola curiosità, Steven Spielberg si è ispirato alla scena delle scope volanti per il volo di Elliot e i suoi amici per salvare ET, parole sue ovviamente.









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