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Faust

Ecco il mio punto di vista: Solo Alexandr Sokurov poteva dirigere questo film Faust.
Un film il cui protagonista è un medico che una volta incontrato un vecchio malandato lo segue per percorrere un viaggio introspettivo e reale sul senso della vita, e soprattutto spingersi oltre su tentazione, potere e via dicendo, verso una discesa agli inferi senza possibilità di recupero.
La cosa interessante è che lo spettatore non si accorge di questa discesa agli inferi, crede che tutto ciò che vede sia reale, e invece si dovrebbe interpretare perchè Faust da medico desidera spingersi sempre più in la del semplice concetto di tentazione...
Un film che chiude la tetralogia sul potere, talmente incredibile da provare brividi durante la visione, la cosa che inquieta è che Faust non si accontenta di semplici cose, ma vuole sempre di più e nonostante tutto segue quel vecchio (che rappresenta il diavolo ovviamente) perchè vuole carpirne qualcosa forse il potere assoluto.
Sokurov non risparmia niente e nessuno, e non si limita a tradurre per lo schermo il romanzo da cui è tratto, ma cerca di dare un senso alla storia, cerca di creare un incubo nel vero senso della parola e inghiottire i protagonisti e gli spettatori, non c'è via di scampo, non ci sono mezze misure e  peggio ancora non c'è salvezza.
Vedendo questo film si ha la sensazione di vivere davvero un incubo ma Sokurov non ti da questa sensazione, e quando lo capiamo sarà molto tardi.
Faust d'altro canto è ormai imprigionato nella sua ricerca, così imprigionato da non essere capace di comprendere i reali rischi di quello che sta facendo, e noi siamo con lui...ma la vera capacità del regista sta nel carpire il senso del romanzo e raccontare tutto allo spettatore, senza far capire cosa sta vedendo.
Ed è un punto di forza incredibile, soprattutto la capacità di tenere alta la tensione come fa Sokurov, che con questo film chiude la tetralogia del potere, iniziata con Moloch che ho recensito, e continuata con Taurus e Il sole.
Voto: 9



Commenti

  1. Un film immenso. All'epoca non ebbi la forza di recensirlo perchè mi sentivo inadeguato, non avendo mai letto il poema di Goethe. Ma basta guardare l'incipit, con l'anacronistico formato 4:3, la cinepresa 'sbieca', le immagini che sembrano quadri dipinti a mano per comprendere che siamo di fronte nient'altro che a un capolavoro.

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    1. condivido, anche io non ho letto il poema di Goethe, eppure la forza delle immagini mi ha sconvolta come un pugno nello stomaco :)

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