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Sotto il vestito niente

Eh si, qui siamo in territorio vintage, lo ammetto, è uno dei primi film che ho visto da ragazzina, quando la passione per il cinema era appena nata si può dire, e tra i primi titoli c'è anche questo thriller di Carlo Vanzina, ora prendete una teenager completamente digiuna dei registi che di  lì a poco sarebbero apparsi al suo orizzonte, come cominciare? Ovviamente con i titoli che la incuriosivano, e negli anni ottanta c'era sotto il vestito niente, titolo che ho recuperato di recente, che raffigura la tipica Milano da bere degli anni ottanta.
Ambientato nello sfavillante mondo della moda milanese, è il ritratto oscuro e superficiale del mondo delle modelle in cui accadono misteriosi omicidi, chi sarà mai il colpevole?
La storia riprende un po' il cinema di Brian De Palma, a cui Carlo Vanzina si è apertamente ispirato, notare la musica del servizio fotografico, non somiglia alla scena dello streep tease di Omicidio a Luci Rosse?
La colonna sonora è curata da Pino Donaggio, ed è una delle cose migliori del film, che nonostante il passare del tempo per me è un piccolo cult ormai.
Ok lo so cosa state pensando, ma il cinema dei Vanzina quelli dei cinepanettoni e delle commediole come può essere questo un tuo cult? Ve l'ho appena spiegato all'inizio della recensione, è uno dei primi titoli che ho visto da ragazzina, questo sinceramente può bastare, anche se ha prodotto due seguiti pessimi, questo primo è decisamente migliore.

Jessica muore in circostanze misteriose a Milano, all'hotel Scala dove alloggia e suo fratello, un ranger del Wyoming sente la sua morte, e fa di tutto per chiamarla, ma ormai è troppo tardi, la ragazza muore e lui parte per l'italia alla ricerca dell'assassino.
Le cose sono più complicate di quanto si immaginava, sua sorella è scomparsa e gli omicidi consinuano, l'unica che si interessa alla sua storia è un altra modella Barbara, con cui instaura un rapporto speciale, fino a quando non riceve una lettera da sua sorella e decide di seguirne le tracce quando ormai crede di aver perso solo tempo, scoprendo una tragica verità.
Il film non è il massimo, è persino un po' datato, ma fotografa molto bene gli 80's italiani, glamour, edonistici della Milano da Bere, e all'epoca dell'uscita ha ottenuto persino un buon successo nelle sale, gli attori sono tutti belli, soprattutto i giovani, si segnala la presenza di Donald Pleasance nel ruolo del commissario Danesi.
Vanzina inoltre si ispira molto ai classici gialli che andavano di moda allora, (subito dopo De Palma) specificatamente quelli di Dario Argento, in cui cita verso la fine 4 mosche di velluto grigio, film che ancora non ho visto ma spero di farlo molto presto.
Origine del soggetto letteraria, tratto da un romanzo di Paolo Pietroni scritto con lo pseudonimo di Marco Palma.
Solo se si vuole conoscere qualcosa di veramente vintage.
Voto: 6



Commenti

  1. ah ah tu pensa che io pischelletto l'ho visto pure al cinema , la cosa che ricordo soprattutto è che fece successo al cinema anche perchè la Simonsen era veramente gnocca e attirava i pischelli a frotte e poi non so quanto tempo dopo ci fu la notizia che le era scoppiata una tetta in aereo...altro ricordo è la pubblicità spudorata delle sigarette Chesterfield...

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    1. pubblicità occulta dire, io l'ho sempre visto in televisione, ai tempi il videoregistratore era un miraggio hehehe, cmq si ogni volta che lo facevano me lo vedevo, ci sono un po' affezzionata io ^_^

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  2. nonostante il vanzina style, se lo si contestualizza e ci si dimentica quanto sia datato, forse un 7 lo merita tutto

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    1. si hai ragione, e oggi ci starebbe pure bene, se venisse riscoperto come cult movie :)

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