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Agorà

Riguarda & Recensisci

Eccomi di nuovo, dopo più di una settimana con la rubrichetta Riguarda & Recensisci, che ripesca film visti ma non recensiti alla fabbrica, oggi è il turno di Agorà del regista spagnolo d'adozione ma cileno di nascita Alejandro Amenabar.
Il film in esame racconta una storia a metà strada tra fede e religione, il fanatismo, le contraddizioni e la follia dei cristiani sono rappresentati senza mascheramenti, tutto ciò che concerne l'allontanamento dalla fede cristiana deve essere bandito.
A farne le spese, è la filosofa Ipazia - interpretata da Rachel Weisz - che si trova nel bivio del dover scegliere tra fede e ragione, continuamente a rischio di perdere le sue scoperte scentifiche, e infatti i cristiani mettono a fuoco e fiamme la sua biblioteca, ritenuta il centro della cultura ad Alessandria d'egitto.

Il film è piuttosto romanzato, si tratta sempre di un opera di fiction, ma che racconta ispirandosi a fatti e persone reali, i soprusi, le prevaricazioni e il totalitarismo usato dai cristiani per imporre agli altri il loro credo, anche a costo di eliminare importanti scoperte scentifiche perchè ritenute non cristiane o addirittura pagane.
Meglio l'ignoranza che la conoscenza, il succo del cristianesimo sta tutto qui, non importa se devi uccidere o menare chi non la pensa come te, l'importante è imporsi agli altri.
Persino gli ebrei ne hanno fatto le spese e sono stati presi a colpi di pietre perchè nel giorno dello Shabat invece che pregare Dio sono stati sorpresi a teatro.
Si, la chiesa ha usato le maniere forti per imporre la sua presenza, lasciando la gente nell'ignoranza e nella paura, paura di cosa però?
Della cultura, come se quelle scoperte fossero il male, d'altronde una donna a quei tempi non poteva insegnare all'uomo; e per una religione che crede che la donna nasca dalla costola di un uomo e non che l'uomo nasca dalla donna - cosa anche naturale - che cosa vogliamo pretendere.
Mille buone azioni non cancellano le azioni vili, se commesse al solo scopo di imporsi agli altri, come se non ci fosse libertà di scelta religiosa, questo succede nelle tirannie e nei regimi totalitari e non può essere il bene.
Solo Ipazia tiene testa ai cristiani, dicendo chiaramente da che parte sta, lei crede nella filosofia, anche se questo comporterà la perdita della sua vita.
Un film che si pone tra fede e ragione, ponendo i limiti della fede e rappresentando la ragione, cosa c'è di male nell'apprendere e nella conoscenza? Assolutamente nulla, eppure è la paura a fare agire i cristiani in questo modo, che sembrano tutti pazzi per servire Dio, e così hanno perso la ragione e la razionalità in nome di questo Dio, uccidendo, bruciando ciò che per loro rappresenta l'allontanamento da Dio.
E questo sarebbe il bene?
Assolutamente no.
Nonostante il tema trattato credo che bisogna prenderlo con le pinze, anche perchè il film forse non rappresenta fatti realmente accaduti, sicuramente si ispira a quei fatti.
Non male.
Voto: 6




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