Secondo lungometraggio di Julian Schnabel, presentato a Venezia nel 2000 e vincitore della coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile al grandissimo Javier Bardem, che interpreta il ruolo di Reinaldo Arenas, uno scrittore cubano, che a causa della sua omosessualità viene perseguitato dal regime di castro, perchè vivendola alla luce del sole e frequentando anche altri omosessuali come lui finisce per mettersi nei guai, anche per una finta accusa di molestie a minori, trappola che gli ha organizzato un amico per levarselo di torno.
Schnabel dirige un film intenso con lunghe inquadrature e un racconto degno e sincero tratto dal romanzo che Arenas scrisse in prigione che da il titolo al film che racconta la sua vita, nei quartieri poveri dove è nato descrivendo la sua famiglia, e poi la passione per la scrittura che è nata fin dai banchi di scuola, la scoperta dell'omosessualità, la prigionia, l'uscita di prigione e il suo scontrarsi con il regime di Castro, ecco cosa è stata la vita di Reinaldo Arenas, un uomo che ha combattuto contro il regime di Fidel Castro, appena è stato imprigionato con una falsa accusa, le torture, le sofferenze e le umiliazioni, sono descritte in modo sincero e spietato, riuscendo a colpire nel profondo lo spettatore, anche grazie al bravissimo Bardem, che qui è talmente naturale da riuscire a mettere fuori tutte le emozioni, succede questo con Prima che sia notte, che è descritto come un racconto narrato in prima persona dal suo autore narrando le difficoltà della vita sotto un regime dittatoriale per un artista e per di più se è omosessuale è ancora peggio, la difficoltà ad esprimere la sua arte, i suoi lavori vengono sempre fatti uscire clandestinamente da Cuba e riscuotono un grandissimo successo, tanto da raccogliere premi, poi c'è l'esilio da Cuba con un nuovo amore e la vita negli stati uniti d'america, fino alla scoperta della malattia ovvero L'Aids e la conseguente morte, che Schnabel lascia in medias res, con un finale aperto in cui lo spettatore capisce benissimo come andrà a finire.
E' un film che commuove, riuscendo a fare della denuncia del regime di Castro con una sincerità disarmante attraverso la vita di un uomo, uno scrittore, che non si vergognava di vivere liberamente la sua omosessualità, e Julian Schnabel che non sta solo dietro la macchina da presa, ma ci accompagna nella vita di Reinaldo in silenzio, come farebbe un amico speciale, che vuole che tu capisca qualcosa in più della vita.
Da non perdere i camei di Johnny Depp in un doppio ruolo, quello del travestito e dell'ufficiale, e il cameo di Sean Penn, che è davvero irriconoscibile, ma forse un occhio astuto riesce a riconoscerlo.
DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.
Schnabel dirige un film intenso con lunghe inquadrature e un racconto degno e sincero tratto dal romanzo che Arenas scrisse in prigione che da il titolo al film che racconta la sua vita, nei quartieri poveri dove è nato descrivendo la sua famiglia, e poi la passione per la scrittura che è nata fin dai banchi di scuola, la scoperta dell'omosessualità, la prigionia, l'uscita di prigione e il suo scontrarsi con il regime di Castro, ecco cosa è stata la vita di Reinaldo Arenas, un uomo che ha combattuto contro il regime di Fidel Castro, appena è stato imprigionato con una falsa accusa, le torture, le sofferenze e le umiliazioni, sono descritte in modo sincero e spietato, riuscendo a colpire nel profondo lo spettatore, anche grazie al bravissimo Bardem, che qui è talmente naturale da riuscire a mettere fuori tutte le emozioni, succede questo con Prima che sia notte, che è descritto come un racconto narrato in prima persona dal suo autore narrando le difficoltà della vita sotto un regime dittatoriale per un artista e per di più se è omosessuale è ancora peggio, la difficoltà ad esprimere la sua arte, i suoi lavori vengono sempre fatti uscire clandestinamente da Cuba e riscuotono un grandissimo successo, tanto da raccogliere premi, poi c'è l'esilio da Cuba con un nuovo amore e la vita negli stati uniti d'america, fino alla scoperta della malattia ovvero L'Aids e la conseguente morte, che Schnabel lascia in medias res, con un finale aperto in cui lo spettatore capisce benissimo come andrà a finire.
E' un film che commuove, riuscendo a fare della denuncia del regime di Castro con una sincerità disarmante attraverso la vita di un uomo, uno scrittore, che non si vergognava di vivere liberamente la sua omosessualità, e Julian Schnabel che non sta solo dietro la macchina da presa, ma ci accompagna nella vita di Reinaldo in silenzio, come farebbe un amico speciale, che vuole che tu capisca qualcosa in più della vita.
Da non perdere i camei di Johnny Depp in un doppio ruolo, quello del travestito e dell'ufficiale, e il cameo di Sean Penn, che è davvero irriconoscibile, ma forse un occhio astuto riesce a riconoscerlo.
DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.
lo vidi qualche tempo fa...una delle prove migliori di bardem, anche il romanzo non scherza però, quasi quasi rileggo/rivedo tutto :)
RispondiEliminasi è molto bello come film, il romanzo non l'ho letto, cercherò di recuperarlo :)
RispondiEliminal'ho visto qualche anno fa, e ricordo un film forte e Bardem super.
RispondiEliminaun'altra Cuba, purtroppo.
si condivido :)
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