E finalmente ho visto anche io l'ultimo film di Gus Van Sant.
Prima di vederlo ne ho lette di tutti i colori, recensioni che lo stroncavano, ce ne erano un infinità, poi come spesso accade, arriva l'occasione di vederlo e devo dire che quelli che lo stroncavano si sbagliavano.
E' un film diverso senza dubbio, si distanza dalle sue tematiche ma offre uno sguardo lucido e profondo sulla vita, sulla morte, e sui fantasmi che ci portiamo dietro.
La mia, non sarà certo una recensione che lo stroncherà, anzi, ve lo consiglio spassionatamente, perchè per chi mi legge, sa, quanto apprezzi il cinema di Gus Van Sant, sin da quando ho fatto la rassegna 4 o 5 anni fa, adesso l'ho scordato quando l'ho fatta.
Comunquesia adesso devo sparare la mia sentenza, e come dice Bollicina, per vostra gioia e sollucchero.
Il film si basa su forti contenuti spirituali, ne è pieno di riferimenti, non è minimalista ma ti pone nella condizione di riflettere mentre lo stai guardando.
Logico che ha avuto stroncatura a destra e a sinistra, è comprensibile, e, solo un occhio attento è capace di scorgere i contenuti del quale il film ne è pieno zeppo.
Abbiamo un protagonista, Arthur Brennan, un bravissimo Matthew McConaughey, decide di intraprendere un viaggio in giappone nella foresta di Aochigahara, per riflettere sulla vita, e sul dolore della moglie che è morta, incontrerà un uomo che lo aiuterà a sopravvivere e a capire il senso della vita e le cose più importanti, come? Arthur cercherà di salvargli la vita, ma poi scoprirà che le cose che ha visto nella foresta sono appunto legate strettamente alla sua persona.
Non è reale ciò che vede? Per saperlo lo dovete vedere il film, quello che vi dico è che è un esperienza legata soprattutto a ciò che ci lasciamo dietro le spalle, alla riflessione di cosa vogliamo fare e tanti altri dogmi che rendono la nostra vita degna di essere vissuta.
Non è un film minore di Van Sant, ma nemmeno il pippone di cui ho sentito parlare (Per parlare di pipponi vedete ad esempio Il Cavallo di Torino ndr) Anzi, direi forse un opera molto sentita, capace di farti restare in silenzio e in riflessione, attraverso lo sguardo del suo protagonista, che grazie alla sua bravura è capace di rendere il personaggio molto simile a noi.
E finalmente un film capace di parlare di dolore, di spiritualità, di cose che abbiamo perduto e anche di speranza, sapete una cosa? Mi è piaciuto, finalmente un film lontano da pipponi, e da film fracassoni senza contenuti diretto da un Gus Van Sant che dimostra di essere capace di parlare e di fare un piccolo film, che ho messo nella categoria cult movie, che davvero ti rimane impresso nella memoria.
Non un capolavoro, ma sicuramente un opera molto sentita.
Voto: 7 e 1/2
Prima di vederlo ne ho lette di tutti i colori, recensioni che lo stroncavano, ce ne erano un infinità, poi come spesso accade, arriva l'occasione di vederlo e devo dire che quelli che lo stroncavano si sbagliavano.
E' un film diverso senza dubbio, si distanza dalle sue tematiche ma offre uno sguardo lucido e profondo sulla vita, sulla morte, e sui fantasmi che ci portiamo dietro.
La mia, non sarà certo una recensione che lo stroncherà, anzi, ve lo consiglio spassionatamente, perchè per chi mi legge, sa, quanto apprezzi il cinema di Gus Van Sant, sin da quando ho fatto la rassegna 4 o 5 anni fa, adesso l'ho scordato quando l'ho fatta.
Comunquesia adesso devo sparare la mia sentenza, e come dice Bollicina, per vostra gioia e sollucchero.
Il film si basa su forti contenuti spirituali, ne è pieno di riferimenti, non è minimalista ma ti pone nella condizione di riflettere mentre lo stai guardando.
Logico che ha avuto stroncatura a destra e a sinistra, è comprensibile, e, solo un occhio attento è capace di scorgere i contenuti del quale il film ne è pieno zeppo.
Abbiamo un protagonista, Arthur Brennan, un bravissimo Matthew McConaughey, decide di intraprendere un viaggio in giappone nella foresta di Aochigahara, per riflettere sulla vita, e sul dolore della moglie che è morta, incontrerà un uomo che lo aiuterà a sopravvivere e a capire il senso della vita e le cose più importanti, come? Arthur cercherà di salvargli la vita, ma poi scoprirà che le cose che ha visto nella foresta sono appunto legate strettamente alla sua persona.
Non è reale ciò che vede? Per saperlo lo dovete vedere il film, quello che vi dico è che è un esperienza legata soprattutto a ciò che ci lasciamo dietro le spalle, alla riflessione di cosa vogliamo fare e tanti altri dogmi che rendono la nostra vita degna di essere vissuta.
Non è un film minore di Van Sant, ma nemmeno il pippone di cui ho sentito parlare (Per parlare di pipponi vedete ad esempio Il Cavallo di Torino ndr) Anzi, direi forse un opera molto sentita, capace di farti restare in silenzio e in riflessione, attraverso lo sguardo del suo protagonista, che grazie alla sua bravura è capace di rendere il personaggio molto simile a noi.
E finalmente un film capace di parlare di dolore, di spiritualità, di cose che abbiamo perduto e anche di speranza, sapete una cosa? Mi è piaciuto, finalmente un film lontano da pipponi, e da film fracassoni senza contenuti diretto da un Gus Van Sant che dimostra di essere capace di parlare e di fare un piccolo film, che ho messo nella categoria cult movie, che davvero ti rimane impresso nella memoria.
Non un capolavoro, ma sicuramente un opera molto sentita.
Voto: 7 e 1/2
Di sicuro non è l'opera migliore di Van Sant ma ha il suo perché e alla fine mi è piaciuta molto (non guasta il fatto che sia ambientata in Giappone, ovviamente :P).
RispondiEliminaGrazie per la citazione!!
Prego gioia bella ;)
EliminaPiaciuto anche a me.
RispondiEliminaPensavo di essere il solo. :)
uh allora siamo in due xD
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