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L' Eclisse





Terzo e Ultimo capitolo della trilogia dell'incomunicabilità l'eclisse è il più estremo dei tre, in questo film una donna Vittoria, rompe con il suo compagno perchè ormai non hanno più niente da dirsi, e vive in uno stato di prigione (metaforica ovviamente) nel quale cerca in tutti i modi di uscirne, ma lo stato delle cose, il mondo attorno a lei, e le persone vivono in uno stato di perenne apatia, sono vuoti, incapaci di parlare, di ascoltare, anche di esprimere con semplicità i loro sentimenti, qualche giorno dopo incontra un broker con cui instaura una relazione, e anche con lui le cose non vanno molto bene, Vittoria sembra un aliena, in un mondo dominato da materialisti, rampanti, e gente incapace di ascoltare, Antonioni sottolinea anche una critica verso la società capitalista che si stava affacciando all'orizzonte, è impossibile non provare dolore alla visione di questo film, vi è anche una profonda angoscia verso tutto ciò che circonda Vittoria che si sente oppressa in un mondo che non le appartiene come se fosse in una prigione senza sbarre, in cui è impossibile fuggire, lo stesso Broker quando si guasterà la sua automobile si lamenterà di quanti soldi gli costerà, il finale (uno dei più agghiaccianti della filmografia di Antonioni) plasmerà anche Vittoria che si adatterà come un automa alla vita di questo mondo, incapace di parlare, incapace di sognare, incapace di amare e di gridare.
CAPOLAVORO.



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