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Visualizzazione dei post da dicembre, 2009

Il Gusto Degli altri

Avvolte i francesi sanno creare commedie carine, sofisticate, che sanno divertire senza essere volgari, è il caso di Il Gusto degli altri di Agnés Jaoui, in cui due culture si incrociano per caso, quella dell'uomo d'affari e della sua professoressa che la sera recita a teatro, in un primo tempo non ci fa caso ma quando la vede recitare si invaghisce di lei, l'entrata nel mondo degli artisti e intellettuali per questo uomo d'affari si rivela del tutto inadeguata, nel senso che due mondi si scontrano, due mondi dalle due culture differenti, e come dice il titolo il gusto degli altri, questi "altri" sono persone diverse da noi, che hanno una cultura diversa che si scontra con altre persone, intellettuali, artisti etc... Agnès Jaoui, non critica mai l'uomo d'affari, ma anzi sottolinea in maniera divertente, certe ipocrisie che vivono anche da parte dei cosidetti intellettuali, che all'inizio guardano questo uomo d'affari come una specie di bambinon

L' Eclisse

Terzo e Ultimo capitolo della trilogia dell'incomunicabilità l'eclisse è il più estremo dei tre, in questo film una donna Vittoria, rompe con il suo compagno perchè ormai non hanno più niente da dirsi, e vive in uno stato di prigione (metaforica ovviamente) nel quale cerca in tutti i modi di uscirne, ma lo stato delle cose, il mondo attorno a lei, e le persone vivono in uno stato di perenne apatia, sono vuoti, incapaci di parlare, di ascoltare, anche di esprimere con semplicità i loro sentimenti, qualche giorno dopo incontra un broker con cui instaura una relazione, e anche con lui le cose non vanno molto bene, Vittoria sembra un aliena, in un mondo dominato da materialisti, rampanti, e gente incapace di ascoltare, Antonioni sottolinea anche una critica verso la società capitalista che si stava affacciando all'orizzonte, è impossibile non provare dolore alla visione di questo film, vi è anche una profonda angoscia verso tutto ciò che circonda Vittoria che si sente o

La Bella e la bestia

La favola de la bella e la bestia diretta nel 1946 da Cocteau e Clement riprende moltissimo la favola originale in cui spiccano le sorelle e il fratello di bella, a differenza del remake disneyano ha anche delle atmosfere inquietanti che vanno via via dileguandosi quando Bella e il mostro si conoscono meglio. La magia del film sta appunto nella comprensione dell'amore di un essere non mostruoso, ma un essere che vive tra due nature, quella umana, e quella animalesca, Clement è talmente bravo da non eccedere mai in facili emozioni, e Jean Marais è straordinario in questo ruolo, che lo interpreta in modo talmente naturale che sembra proprio essere nato per fare questo ruolo. Naturalmente non mancano i riferimenti ai tipici elementi egoistici che rappresentano la vera mostruosità del genere umano, come l'ingordigia delle sorelle, e come l'intolleranza verso chi è diverso da loro o chi non è normale, un film davvero molto bello che per me è stata una sorpresa nonostante l'a

Vincere

C'è una sola sequenza che è di per se una scena da capolavoro di questo film, la scena in cui Ida assiste ormai dentro al manicomio alla visione al cinema de il monello di Charlie Chaplin, quando il bambino viene allontanato dal vagabondo, tutti quanti sentono sulla propria pelle il dolore di quella madre abbandonata, a cui hanno crudelmente sottratto il figlio senza alcuna pietà, in quella scena Giovanna Mezzoggiorno che qui offre la migliore interpretazione della sua carriera, sapendo perfettamente che il ruolo poteva sfiorare la gigioneria, lei non perde mai di vista la forza di Ida Dalser, donna amata da Mussolini e poi abbandonata, rendendosi capace di immedesimarsi come solo gli attori davvero bravi sanno fare, una grande interpretazione come non se ne vedono da tanti anni in italia, che di per se avrebbe meritato qualche riconoscimento, altrettanto bravo Filippo Timi, e anche il regista (a proposito lo trovo molto interessante, vedrò di recuperare qualche altra sua opera in

La Grande Abbuffata

Nell'italia perbenista degli anni settanta esce un film scandaloso, ma più che scandaloso direi che è un film critico nei confronti del consumismo, nel mostrare l'uomo travolto dai suoi istinti primordiali, sia per quanto riguarda il cibo che il sesso, e, uscendo nei primi anni settanta ha suscitato scalpore, infatti a cannes è stato fischiatissimo, nonostante ciò il film è un opera maiuscola, interpretato da quattro grandi attori, quali Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Michel Piccoli (ma guarda anche michel, vi ricordate l'anno scorso in estate?) e anche Philip Noiret, due attori italiani e due francesi in un film superbo, un capolavoro diretto con maestria da un Marco Ferreri in forma smagliante, (autore interessantissimo presto parlerò di lui e approfondirò l'argomento ovviamente) ma dentro c'è anche tutta la tristezza della vita, delusioni frustazioni, insicurezze, solitudini di questi quattro amici che stanchi ormai di tutto decidono di "suicidarsi"