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Visualizzazione dei post da gennaio, 2012

Il fiore del mio segreto

Ed ecco un altro piccolo capolavoro diretto dal grande maestro spagnolo, come ormai lo chiamo affettuosamente da quando è iniziata la rassegna a lui dedicata, e si, ci troviamo di fronte a un altro passo in avanti della filmografia di Pedro, protagonista la grande Marisa Paredes, nel rulo di Leo, una scrittrice di romanzi rosa che firma le sue opere sotto lo pseudonimo di Amanda Gris, e si trova a un bivio nella sua vita, il marito sta per abbandonarla, la madre e la sorella litigano sempre, e i suoi romanzi da rosa virano verso il nero, ma quando il marito la lascia e lei tenta il suicidio, un amico che ha conosciuto da poco forse sarà colui che salverà il suo cuore, ma per capirlo ha bisogno di trovae le sue radici... ci troviamo di fronte a un film affascintante, maturo, coraggioso, il personaggio di Leo è scritto appositamente per Marisa Paredes, che negli anni novanta sarà la musa di Pedro, un film che comunque aggiunge moltissimo alla sua filmografia, semplice, diretto, sincer

Intervista a Cannibal Kid

 Ed eccocci giunti alla prima intervista spedita, il primo ad avere coraggio di farlo è stato Cannibal Kid , bene lascio a lui la parola, vediamo cosa ci racconta ;) ______________________________________________________________________________ Nickname: Cannibal Kid Racconta con parole semplici come è iniziato il tuo amore per il cinema: Ritorno al futuro. Una Delorean lanciata a 88 miglia l’ora. Le fiamme lasciate sull’asfalto. È lì che ho visto il futuro. È lì che ho capito che l’amore per il cinema non mi avrebbe più abbandonato. Primo regista preferito? Quentin Tarantino. La prima visione di Pulp Fiction è stata un trip sconvolgente, un punto di non ritorno verso una concezione sia del cinema che della narrazione come non avevo mai visto prima e che raramente ho trovato poi con la stessa carica, forza, energia ed ironia. La cosa che più adoro di quel basterdo con la gloria è infatti l’umorismo di cui sono sempre pieni i suoi film, a differenza di altri registi mag

Immortals 3D

Immortals segna il ritorno di Tarsem Singh al cinema dopo il trionfale The Fall , che recensirò prossimamente. Immortals invece si distanzia dalla pellicola precedente, è più vicina a pellicole come 300, con scenografia grandiosa, costumi e scene che somigliano più a fotografie patinate, come uno spot grandioso, pomposo, che ne appesantisce le potenzialità, e Immortals quelle potenzialità ce li ha, per essere un film ben fatto, ma tra i grandi limiti del film c'è una certa superficialità nell'ingranaggio registico e nella descrizione dei personaggi, la regia offre forse lo spunto più interessante anche se è palesemente sottotono, sinceramente preferisco di gran lunga Il Gladiatore anche se è e resta uno dei film sopravvalutati degli ultimi dieci anni, ma presentava una regia che bene o male ne salvava i contenuti, in questo Immortals contenuti non ce ne sono, al di fuori delle epiche lotte girate con una certa tecnica ed epiche battaglie, lo spunto si limita solo a costruire

Nightmare on Elm Street

Come dico sempre io i remake a cosa servono? Me lo chiedo e la visione di questo film è la conferma che toccare un capolavoro come il Nightmare di Craven che è uno degli horror che hanno fatto la storia è come prendere un po' Orson Welles è rifare quarto potere, ma come sempre il remake non è all'altezza dell'originale, forse l'esempio è esagerato, ma comunque ci sta, perchè? Perchè i remake sono inutili come il miele nelle patatine fritte, se l'originale aveva un suo perchè e un suo motivo, questo remake fatto in questi anni non sta da nessuna parte, la regia fa acqua da tutte le parti, come le interpretazioni degli attori, che sembrano usciti da un teen drama di quarta categoria, e pensare che nell'originale c'era anche  un attore che sarebbe diventato uno dei talenti giovani di Hollywood Johnny Depp, questo remake non fa paura per niente, non ha originalità è un horror con scene fini a se stesse, una ripetizione di un personaggio divenuto icona negli an

A Christmas Carol

Anche Zemeckis si da all'animazione 3D, dirigendo Jim Carrey e Gary Oldman nella versione animata del canto di natale, una versione un po' malinconica, a tratti superficiale, che non fa rimpiangere il vecchio cartone animato Disney. Nonostante ciò la redenzione del vecchio capo, che ha dimenticato i ricordi e rifiuta il natale resta una delle interpretazioni più sentite di Jim Carrey, e anche tra le più mature, anche se ha fatto di meglio, un film tutto giocato sull'abilità registica di Zemeckis, che ha dimostrato già negli anni ottanta di sapersela cavare con l'animazione grazie al classico Chi ha incastrato Roger Rabbit? Che prossimamente vedrete recensito qui alla fabrica, e anche alla presenza di Gary Oldman, senza dubbio il migliore tra i due, finalmente in un ruolo solare e positivo, che dire un piccolo film che di sicuro no è un capolavoro, non è intenso quanto il suo predecessore ma che riesce nell'intento di scaldare grazie alle interpretazioni di Carrey

Kika - un corpo in prestito

Per la prima volta Almodòvar dopo i trionfali Donne sull'orlo di una crisi di nervi e Tacchi a spillo dove dimostrava innovazione e talento soprattutto nel cinema corale, con Kika, nonostante ci sia sempre il gusto per il kitch riconoscibile persino dalle sue prime pellicole e per l'eccesso, è una pellicola che rasenta la confusione, qui Almodovar mette troppe cose, lo scrittore assassino, il figlio pieno di problemi e con il trauma della morte per suicidio (così ha detto Nicolas il suo patrigno) della madre, mettiamoci anche Kika che si divide tra i due, e anche una psicologa che presenta un programma tv trash dove fa vedere di tutto e di più, ci mettiamo ancora lo stupratore assatanato che si vede nella lunghissima scena a tre quarti di film dove Kika, la vittima, con questo fatto capisce che deve dare una svolta alla sua vita, la psicologa Andrea la sfregiata ( Victoria Abril) , cininca reporter che per il suo programma non guarda in faccia a nessuno, e trasmette qualsia

Novità, Racconta il tuo cinema preferito

Ehy tu, si hai sentito bene, dico proprio a te, credi che la fabrica dei sogni sia un blog di SOLE RECENSIONI? Da quest'anno si cambia musica, oltre ad articoli che presto ritorneranno per approfondire ritratti di registi etc etc etc...ci siete anche voi lettori, si perchè quest'anno sarete proprio voi ogni settimana a raccontare il vostro cinema preferito, che aspettate, state ancora fermi lì? Allora basta che scrivete un post e me lo mandate via email, nella pagina dei contatti trovate sia la mia email personale che quella della fabrica dei sogni, che controllo entrambi, raccontate il cinema che amate, vi piacciono i film trash, i film cult? Vi piace il grande cinema quello che ha fatto storia? Bene, qui alla fabrica sono accetti tutti i gusti, e tutti i suggerimenti, perchè vogliamo diventare una grande famiglia, una grande famiglia di amici, raccontate i film della vostra vita, quelli che vi hanno emozionato, e fatto divertire, quelli che vi hanno impaurito, e poi dateci

Seconda Recensione da Robydick

Ehy ragazzi, è stata pubblicata la mia seconda recensione nel forum di Robydick si tratta di Seven diretto da Fincher, mi raccomando dateci un occhiata ok? http://robydickfilms.blogspot.com/2012/01/seven-aka-se7en.html   Ditemi se vi è piaciuta mi raccomando ok? 

Happy Feet 2

Ed ecco il seguito del delizioso Happy Feet, stavolta Mambo dopo aver costruito la sua colonia, deve convincere suo figlio a ballare, ma è una cosa che non si sente di fare, a peggiorare ulteriormente le cose si ci mette una terribile minaccia di forze ostili, per rimettere tutto apposto, Mambo si adopera purchè i pinguini si alleino insieme. Va bene, anche se è un sequel lascio perdere il luogo comune che il sequel è peggio dell'originale, si perchè questo secondo capitolo di Happy Feet è divertente, goliardico, ha anche i suoi difetti, ma vengono surclassati dall'agilità del regista di costruire una trama che acchiappa l'attenzione dello spettatore e conquista a primo colpo, rispetto al primo capitolo, manca un po' di originalità ma questo fatto viene messo in secondo piano dalla qualità della regia e dalle canzoni sempre accattivanti. Si come ho detto prima è un sequel, forse uno dei grandi difetti del film ma non lo chiamerei proprio un difetto sta nello girare

L'ospite inatteso

Ecco un piccolo film che sa di poesia, una bella boccata d'aria fresca ogni tanto ci vuole nel grande calderone dell'industria cinematografica, L'ospite inatteso è proprio uno di quei film che ti conquistano con semplicità, senza bisogno di rafforzamenti, o altre diavolerie, la storia è abbastanza semplice, e narra di un professore ormai annoiato e senza alcuno stimolo, va a New York per una presentazione del libro di una collega a malavoglia, perchè la collega è incinta e la gravidanza è difficile quindi si trova a letto per nove mesi, così al suo posto va Walter, che si trova nel suo appartamento due giovani, con problemi di permesso di soggiorno, i due giovani sono Tarek, che suona il tamburo in un complesso Jazz, e la sua ragazza, l'africana Zainab, disegnatrice di gioielli, dopo l'iniziale sorpresa i tre costruiscono un rapporto d'amicizia facendo ritrovare il gusto per la vita al professore e cambiando in un certo senso la sua vita e la percezione che av

(S)ex List

Eccocci qui, ci risiamo, possiamo dire che le stroncature per adesso sono il mio forte? Ecco il mio prossimo film vittima, detta così sembra roba da sadici cattivi, ma quando un film è banale c'è poco da fare, lo si stronca, quando ha una trama con la protagonista che è sull'orlo di una crisi di nervi perchè si è scopata ben 19 maschi, quando ha letto su una rivista che la media delle donne è 10,5, da sottolineare 10,5 prima di trovare l'anima gemella c'è da rimanere con le orbite di fuori, ma la cosa strana è che ha una sorella minore che si sta sposando e una madre ipercritica e ti fa pressione per sapere chi ti accompagnerà all'altare, mettici anche il capo che ti licenzia e fai BINGOOOOOOOOOOOOOOOO!!!! Lupus in fabula, c'è anche l'aitante vicino di casa con cui si sa già come andrà a finire, tutto qui, la trama è tutta qui, sembra la rilettura della più banale commediola non dico romantica americana, per quello c'è Katherine Heigl che butta tanto

Labirinto di passioni

Per il secondo film, Almodòvar non si smentisce, se per l'esordio ha optato per una storia al femminile sui generis, con una pellicola talmente insolita da essere considerata un autentico cult movie, con Labirinto di passioni, aumenta ancora di più la posta in gioco, facendo di questo film l'autentico ritratto della movida spagnola. Film ancora più eccessivo del precedente, mette in scena l'amore e il sesso, parlando non dei personaggi, ma ai personaggi, sono loro che si mettono in primo piano a narrare le loro storie, le loro avventure,  i loro problemi, le loro crisi, le loro ossessioni, il sesso è il principale argomento del film che vede protagonista Sexilia (una irriconoscibile Cecilia Roth,) che in seguito lavorerà con Pedro ad altre pellicole della sua filmografia, una ninfomane, figlia di un ginecologo che rifiuta il sesso e aiuta le coppie ad avere figli con l'inseminazione artificiale, attorno a lei si muovono vari personaggi, un principe islamico fuggito d

Robin Hood

Ahi, ahi, ahi, Ridley Scott, prendendo l'ormai attore feticcio Russell Crowe, che da Il Gladiatore in poi ha formato insieme a lui ormai una premiata ditta, o meglio una squadra vincente, stavolta il detto che squadra vincente non si cambia non va a centro, il suo Robin Hood risulta una pellicola piuttosto stereotipata e superficiale, con lo stesso Crowe che dimostra più di una volta di essere fuori parte, il suo è il ruolo all'attore sbagliato nel film sbagliato, non convincono le scene di lotta e di battaglie, neanche stiamo vedendo la seconda parte del gladiatore, di cui è un insolito successore, si lo so sono parole grosse, ma Crowe non ha lo stesso carisma che aveva Kevin Costner ne il suo principe dei ladri, che era intrigante e riusciva a tenere l'attenzione dello spettatore dall'inizio alla fine, con scene divertenti, in questo film Scott dimostra che è indeciso su quale strada percorrere, ci troviamo di fronte forse un opera poco ispirata questa volta di Scot

The Conspirator

Robert Redford dirige un film portando alla luce, un altra vergogna americana, quella che racconta dell'esistenza di alcuni cospiratori, che facevano parte dell'omicidio del presidente Abraham Lincoln, non ci sono prove certe, solo la parola di queste persone contro quella dello stato, non servirà a nulla la lotta di un avvocato per scavare nella verità e scoprire i veri colpevoli dell'omicidio, il paese voleva dei colpevoli, e li aveva già designati in quei cospiratori, secondo loro, ma perchè? Perchè si riunivano di nascosto? E' questa la loro unica forma d'accusa? Senza prove certe hanno accusato e giustiziato persone che magari erano innocenti, come spesso accade in america. Redford ritorna al cinema con un film di denuncia sociale, che fa riflettere, e soprattutto fa capire quanto sia  facile per la legge degli uomini sistemare i casi, è molto più difficile imparare a riflettere, e ponderare se le prove che vengono presentate siano vere e fasulle. Un film d

Tacchi a Spillo

Qui siamo nel film d'alta classe, un altro salto di qualità in avanti per quanto riguarda il maestro spagnolo, protagonista stavolta la grande Marisa Paredes, nel ruolo di Becky, cantante che torna a Madrid dalla figlia dopo tanti anni di assenza. Il film è tutto  giocato nel rapporto di amore/odio tra una madre e una figlia, Rebecca (Victoria Abril) è una giornalista che lavora in televisione, ha sposato Manuel, ex amante della sua brillante mammina, che non si è presentata al matrimonio per - dice lei - motivi che riguardavano il suo lavoro e problemi personali, al suo ritorno la trova sposata al suo vecchio amore, che ci prova con lei, perchè il matrimonio con Rebecca ormai è finito, Rebecca dal canto suo ha una relazione con un uomo che si traveste da Becky facendo la sua imitazione Femme Letal, una sera arrivano al locale dove Letale si esibisce, e Rebecca finisce col fare l'amore con lui, le cose peggiorano quando Manuel viene trovato assassinato nel suo appartamento,

Il Mistero di Rookford

Nick Murphy, dirige un film horror d'atmosfera, incentrato su una donna Florence Cathcart, che smaschera le evocazioni degli spiriti descrivendoli come fasulli, in realtà  è abbastanza scettica riguardo questi fenomeni paranormali, fino a che si imbatte nel colleggio di Rookford, dove si dice si nasconde un bambino fantasma, all'inizio la donna appare scettica e crede sia uno scherzo ordito dai ragazzini della scuola, ma poi deve fare i conti con alcuni fenomeni inspiegabili e anche da alcuni incubi che la tormentano, non ci sono gli scherzi dei bambini, deve guardare in profondità dentro se stessa per scovare cosa è successo realmente. Le cose cominciano a cambiare quando si accorge che avvengono strani fenomeni in sua presenza, fenomeni inspiegabili, legati a un segreto di quella casa, ora adibita a  orfanotrofio, quale segreto si nasconde a Rookford? Cosa c'è dietro le apparizioni dello strano fanciullo che i bambini vedono e che Florence comincia a percepire la sua p

Amen

Il film è incentrato sulla figura di Kurt Gerstein, membro dell'istituto di igene delle Waffen-SS, rimane impressionato da ciò che succede nei campi di sterminio, ma le cose peggiorano quando si accorge che l'acqua viene depurata da uno speciale gas, lo Zyklon B, che viene usato per uccidere i deportati nei campi di sterminio, quando si accorge di questo, va subito a raccontarlo al papa per poter graziare le persone prigioniere nei campi di sterminio, ma si trova davanti un muro di gomma, le gerarchie cattoliche non sono disposte ad aiutare Gerstein, nè per graziarle, nè per altro, ci pensa una giovane donna, che lavora al campo con lui, e farà di tutto per salvare  più vite possibili non facendo bere l'acqua contaminata ai detenuti, con lui si aggiunge anche un prete gesuita, che pur di difendere i suoi ideali si farebbe uccidere con gli ebrei. E' un film duro, inquietante, un altro capitolo per raccontare il dramma dell'olocausto diretto da un autore, particola

Hanna

Joe Wright, tolti i panni del cinema in costume, dirige una storia completamente all'opposto delle pellicole con cui l'abbiamo conosciuto, tolti i panni letterali di Jane Austen e altre scrittrici ecco che dirige un film d'azione, spiazzando tutti quanti. Hanna è magnificamente interpretato da Saoirse Ronan, già interprete del bel film di Peter Jackson Amabili Resti , dove interpretava una ragazza uccisa da un maniaco, qui, invece veste i panni di una ragazzina che è cresciuta con il padre in messo alle nevi dell'Islanda, il padre l'ha addestrata per farne un assassina, lontana dal mondo civile, la ragazza attraverso le arti, sente il bisogno di scoprire il mondo che non conosce, e anche conoscere persone come lei, una cosa assolutamente normale per una adolescente della sua età, ma la ragazzina non ha fatto i conti con una spietata agente segreta che fa parte dei servizi deviati, che a suo tempo lavorano con dei mercenari Marissa Vielger, che si mette in cerca d

Légami

Dopo la commedia sofisticata Donne sull'orlo di una crisi di nervi che riprendeva una certa ironia sopra le righe e sapeva divertire il pubblico presentando donne che erano in balia di un uomo ecco un altra commedia, questa volta trasgressiva e ancora di più sopra le righe, possiamo definirla eccessiva, perchè no, in scena Ricky, un giovane appena uscito dall'istituto psichiatrico, il suo scopo? Metter su famiglia, e si mette in cerca di Marina, una pornodiva tossicomane con cui in passato ha avuto una storia di sesso, la raggiunge nello studio cinematografico in cui sta terminando le riprese di un film diretto da Massimo, un regista che ha un debole per lei e guarda di nascosto i suoi film porno, terminate le riprese del film vanno tutti a casa a prepararsi per la festa, Marina dopo aver salutato il  suo vicino si chiude in casa, quando Ricky suona alla sua porta, la sequestra, lei spaventata urla, appena si riprende vede che finestre e porte sono sbarrate, lui le dice ho 2

Donne sull'orlo di una crisi di nervi

Ecco il film della consacrazione di Almodòvar, ovverossia il film della maturità artistica, protagonista Carmen Maura, nel ruolo di Pepa, doppiatrice cinematografica che cerca di rintracciare il suo compagno, Ivan, con cui lavora pure, ma che non riesce a trovare, gli deve comunicare di essere incinta, e nel frattempo deve fare i conti con l'amica inseguita dalla polizia, il figlio del suo compagno Carlos, che con la fidanzata, che rimarrà in semiincoscenza per tutto il film che cerca casa, la prima moglie di lui, e un gruppo di poliziotti in cerca di terroristi shiiti, si troverà ad arrivare all'orlo dell'esaurimento per dover affrontare questa invasione a casa sua di gente assolutamente fuori di testa, la più pazza di tutti è ovviamente la moglie, che crede - e lo crede anche Pepa - il marito stia con la sua amante ovvero Pepa, che crede che sia tornato dalla moglie, in una rocambolesca giornata sull'orlo della follia, succede di tutto, e si scoprirà di tutto, che a

Memories of a Murder

Bong Joon-ho è ufficialmente ora uno dei miei registi preferiti, e lo devo dire, in questa mini-rassegna che termina oggi mi ha letteralmente conquistata, non ha fatto molti film solo tre, eppure sono tre grandissimi film, c'è poco da fare, il ragazzo ha talento e si nota, col primo film The Host  mi ha letteralmente ipnotizzata sullo schermo, il secondo film che ho visto  Mother  mi stava piano piano conquistando ma era entrato di fatto nella rosa dei miei preferiti, che con Memories of a Murder, Thriller in cui non tutto è come sembra e le persone in realtà nascondono più di quanto lasciano a vedere, diventa ufficialmente uno dei miei autori cinematografici preferiti. Film costruito come un cronometro, dalla trama complessa e articolata ma che lascia di stucco per la precisione nell'affrontare la trama e la direzione degli attori, tutti bravissimi nessuno escluso, sembrerebbe il classico Thriller in cui il poliziotto deve pescare l'assassino di ragazzine, si cercano i

2fast 2furious

Secondo capitolo di Fast and Furious, che cambia storia e cast ma il modello è sempre quello, questa volta Brian deve fare i conti con Carter Verone, un ricercato pieno di grana che propone una gara, ma per essere aiutato chiama il suo vecchio amico Roman, che è stato in carcere grazie all'arresto della squadra di Brian, ma c'è anche Monica Fuentes, che è anche lei sotto copertura ma fa capire loro di essere la fidanzata di Verone, alla fine verranno scoperti e dovranno fare di tutto per salvarsi la vita. Cambio di cast e regia, e ovviamente la storia è differente, per il secondo capitolo di Fast and Furious l'azione non manca, le scene di pericolo non mancano nemmeno, l'unica pecca forse è fare una storia completamente diversa dal franchise originale puntando sempre per le gare automobilistiche non autorizzate, ma il prodotto si allontana dall'originalità della precedente pellicola perdendo mordente, la recitazione degli attori è ottima, ma questo non basta a fa

La legge del desiderio

Almodovar firma il suo film che lo fa conoscere al pubblico italiano, nel 1987 esce la legge del desiderio, la storia è complicata ma è affascinante, protagonista un regista omosessuale al centro di un triangolo amoroso, tra Juan che ricambia il suo amore e Antonio che si rivela ossessivo e vuole avere l'esclusiva dell'amore di Pablo, ma non è tutto per completare il pacchetto arriva Tina, un tempo fratello di Pablo ora transessuale che si prende cura di una bambina perdutamente innamorata di Pedro ma che è molto attaccata alla religione, la storia del film è questa qui, Almodovar dirige questo film e nonostante vi siano scene che molti potrebbero etichettare come provocatorie, si pensi alla masturbazione iniziale durante le proiezioni del film di Pablo, esso è invece un film in cui le provocazioni non appaiono come provocazioni, ma sono un tuttuno con la storia, regalando brio, ritmo, calore, ed eccitazione, perchè è una storia passionale, caliente, inebriante, e viene racco

Cowboys & Aliens

Mischiare due o più generi cinematografici, avvolte è un colpo di genio, altre volte invece, si rischia di rimanere a metà strada tra confusione e scene mirabolanti, è il caso di Cowboys & Aliens mi dispiace dirlo è proprio la seconda ipotesi che si addice maggiormente, nonostante ciò l'ho trovato divertente, un prodotto di intrattenimento che a confronto all'Iron man dove c'è Robert Downey Jr è un piccolo passo indietro. Volendo criticare pignolamente il film è un autentico blockbuster fracassone, però nonostante i difetti ha anche dei pregi, carrellate veloci, e scene d'azione che ricordano molto i film di fantascienza, che se fossero state magari un po' meno il film ne avrebbe guadagnato di più, nonostante ciò il film riesce a divertire, anche se non colpisce fino in fondo, oddio non mi sento di dire che è una boiata, questo no, però la regia è piuttosto stantia, quindi il film è tutto incentrato sulla recitazione attoriale piuttosto incisiva, e gli effett