Può un piccolo film raccontare la morte, con precisi rituali di preparazione caratteristici del giappone, essere un film delicato, capace di far riflettere sulla vita come sulla morte, come il rispetto delle persone che ci lasciano, e il nostro addio a loro che si incamminano verso una nuova vita, e un nuovo viaggio? La risposta è SI, ecco che un film del genere, che per alcuni può essere jettatorio, se per esempio si è superstiziosi e ignoranti, è capace di parlare attraverso le immagini e i rituali che precedono la vestizione dei morti per il loro ultimo viaggio, il protagonista, all'inizio deve subire i pregiudizi delle persone che gli stanno vicino, dato che ha trovato lavoro come preparatore di cadaveri, all'inizio la gente guarda con sospetto questo lavoro, e quando persino la sua stessa moglie scopre di che cosa tratta il suo lavoro grazie a un video in cui fa il cadavere per spiegare meglio come funziona il rituale di vestizione, lo lascia, non può credere ai suoi occhi, che razza di lavoro si è trovato? Ma ben presto capirà, grazie ai filmati e grazie alle parole del principale del marito che non è come pensa lei, che c'è rispetto e tradizione.
Che dire, una vera sorpresa questo film, io mi aspettavo un film lacrimoso e difficile e invece con mia grandissima sorpresa posso dire di aver visto un film piacevole, per nulla banale o costruito, ma è capace di far riflettere sulla natura umana, sui suoi rituali, sulla vita e sulla morte che è parte della vita stessa, sulla natura e sulle cose che ci circondano, la passione per la musica del protagonista ne è la prova, come ad esempio la sua vita da bambino, che viene raccontata con tenerezza e affetto, riuscirà a scoprire segreti e avrà rivelazioni persino da quel padre che sa che lo ha abbandonato.
Un ritratto appassionato e sincero di un popolo e delle sue tradizioni, di tristezze, passioni, ricordi, perchè la vita è un viaggio, che nessuno può fare al posto nostro, ma che ognuno di noi si crea un mondo a parte, bisogna avere il coraggio di fare entrare gli altri nel nostro mondo e aiutarli a capire, con sincerità, senza avere paura del giudizio degli altri, ma anche bisogna avere il coraggio di aprire i nostri cuori agli altri, in modo che possono imparare ad amarci meglio di come crediamo.
DA NON PERDERE.
Che dire, una vera sorpresa questo film, io mi aspettavo un film lacrimoso e difficile e invece con mia grandissima sorpresa posso dire di aver visto un film piacevole, per nulla banale o costruito, ma è capace di far riflettere sulla natura umana, sui suoi rituali, sulla vita e sulla morte che è parte della vita stessa, sulla natura e sulle cose che ci circondano, la passione per la musica del protagonista ne è la prova, come ad esempio la sua vita da bambino, che viene raccontata con tenerezza e affetto, riuscirà a scoprire segreti e avrà rivelazioni persino da quel padre che sa che lo ha abbandonato.
Un ritratto appassionato e sincero di un popolo e delle sue tradizioni, di tristezze, passioni, ricordi, perchè la vita è un viaggio, che nessuno può fare al posto nostro, ma che ognuno di noi si crea un mondo a parte, bisogna avere il coraggio di fare entrare gli altri nel nostro mondo e aiutarli a capire, con sincerità, senza avere paura del giudizio degli altri, ma anche bisogna avere il coraggio di aprire i nostri cuori agli altri, in modo che possono imparare ad amarci meglio di come crediamo.
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Un film stupendo, leggero e profondo ad un tempo.
RispondiEliminaSe non ricordo male, è stata l'ultima volta che una pellicola mi ha commosso.
si è molto molto bello e anche toccante :) e pensare che ho letto che in italia non volevano farlo uscire, menomale che ha vinto l'oscar e gli italiani si sono dovuti "adeguare"
RispondiEliminaGrande film, il più poetico, dolce e leggero omaggio alla morte che io possa ricordare.
RispondiEliminaOvviamente mi son commosso anch'io, ma a differenza di James mi capita spesso...
eh si, il cinema orientale sforna spesso capolavori assoluti :)
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