Questo è un film frainteso, e ora vi spiego perché.
Nuovo appuntamento col cinema del maestro Federico Fellini, siamo alla penultima settimana in sua compagnia, poi cederà il posto a Fritz Lang, che vi avviso, inizierà questo sabato, ma quando finirò col maestro, sarà approssimativamente quotidiana, a parte la rassegna settimanale e quelle che sto organizzando addirittura per la prossima settimana, quindi state ben collegati, che di regali per voi ne ho a bizzeffe.
La Città delle donne come ho detto prima è un film frainteso, eh perché è stato attaccato dalle femministe, e perché a molte persone non è piaciuto, addirittura lo hanno chiamato un film senile...ok, io sono donna, e vi narro cosa ha lasciato in me questo grandissimo film.
Voi sapete come la penso su Fellini e il fatto che abbia rivisto questo caposaldo la dice lunga sulla mia opinione a riguardo.
Se Fellini fosse stato misogino, avrebbe parlato male delle femministe, o delle donne in generale, sarei stata la prima a mandarlo a fare in culo, così su due piedi, e dire eh ragazzi, questo film mi fa ca****e, lasciate perdere.
Invece no, perché non solo La Città Delle Donne mi è piaciuto, e anche molto direi, ma vi spiego in realtà cosa racconta.
Badate che quello che si vede nel film non può essere vero, perché non è la realtà della vita.
Qui Fellini si diverte a giocare e a stuzzicare le femministe, e ci riesce benissimo, perché non potrebbe mai e poi mai la società essere come la descrive il film.
In realtà si tratta di un sogno, noi non entriamo dentro il pianeta donna, non facciamo una chiara analisi del femminismo, siamo dentro l'inconscio del protagonista Snàporaz, un bravissimo Marcello Mastroianni, e nel suo sogno che si vede, una donna incontrata sul treno, lui ovviamente se la vuole scopare, e poi che succede? Lo lascia lì e va nella città delle donne, una specie di piccolo stato dove le donne hanno preso potere, e dove comandano loro (si è mai vista nella società una donna che comanda? Direi di no ovviamente.) qui avviene una cosa molto ovvia, gli uomini da sempre hanno paura del potere delle donne, e nel sogno la cosa è talmente palese che una persona intelligente lo capisce benissimo.
Quello che vediamo sono nient'altro che stereotipi maschili riguardo le donne in generale, perché queste femministe che hanno attaccato il film non si sono mai chieste perché attaccano gli uomini? Che motivo hanno? Solo perché sono maschi? Andiamo, sono abbastanza intelligente da capire che è solo un preconcetto maschile, come l'unico maschio presente oltre a Snàporaz sia Katzone, una specie di santone dell'eros che colleziona ricordi delle sue conquiste.
E' un mondo dove l'inconscio maschile ha il sopravvento, e si sottolineano scene assurde e surreali a tratti anche comiche.
Qui non si vuole attaccare nessuno, semmai si sottolinea quanto l'uomo abbia paura delle donne, le ama, si ci avvicina, ma ha sempre paura, e Fellini ce lo narra in assoluta sincerità.
In realtà gli uomini non ci capiscono (e parlo in generale), ma a volte è anche il contrario, siamo noi a non capire loro.
Non si parla di patriarcato ma di donne che sono contro gli uomini a prescindere, senza ovviamente nessun motivo.
Ma questo è ovviamente quello che pensa Snàporaz che è come un bambino in mezzo a tante femmine, il suo sguardo è illusorio e spaventato, come se fosse dentro a un grande circo dove se vuole si può sollazzare chi vuole, ma è tutto un sogno, tutta un illusione che esiste solo ed esclusivamente nel suo inconscio.
La realtà è ovviamente ben diversa, e si vede quando finalmente apre gli occhi.
Se non vi irrita, potete tuffarvi anche voi nella città delle donne, con uno sguardo attento e intelligente, solo così potete comprendere la grandezza di questo film.
Film che non è un omaggio o una critica, ma solo la constatazione di quanto gli uomini pensano di noi.
Buona Visione.
Ratings ⭐️⭐️⭐️⭐️
Ne avevo parlato tempo fa in un post dedicato a Fellini di quanto ho sempre avuto l'impressione che Federico amasse giocare con il corpo femminile per il modo come metteva le sue protagoniste nei film. Cose che se faceva un'altro regista lo bollavano subito come porcellone, mentre essendo il Maestro in una posizione del genere, si poteva permettere anche un film come questo, ardito e azzardato, ma tuttavia che conteneva citazioni anche da Kubrick, come la corsa in macchina di notte che è una scena che pare presa da Arancia Meccanica con Alex e i suoi drughi sulla Durango.
RispondiEliminaUn po come anche Pasolini ci ha messo a dura prova con cose tipo Salò.
Quindi sarà anche un po' più scollacciato del solito, però è pur sempre Fellini.
Si sono d'accordo, la mia idea è che lui voleva stuzzicare non le femministe, ma le donne in generale e ci è riuscito, perché le prime a cadere sono proprio le femministe che hanno attaccato il film
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