E' il film più autobiografico di Fellini, un opera corale e famosissima che ha fatto la storia del cinema non solo italiano.
Con questo film il genio Fellini, rievoca i fantasmi di una vita assai lontana, con i ricordi della sua adolescenza attraverso il protagonista Titta, vero e proprio alter ego del regista, le scorribande con gli amici, i primi impulsi sessuali, le confessioni in chiesa, il fascismo, visto attraverso i suoi occhi, gli occhi limpidi di un ragazzino che si affaccia alla vita.
L'attrazione per Volpina la ninfomane del paese, per Ninola, soprannominata la gradisca, una donna formosa che attira ben più di un ragazzino, e che ha una storia - non si sa se sia vera oppure no - che riguarda il suo soprannome.
Non c'è soltanto un punto di vista, ma Amarcord è un opera corale e maestosa, in cui è impossibile non vedersi dentro il film.
Sono ricordi, descritti come fantasmi di una realtà che ormai non esiste più, di un mondo ormai morto e sepolto, che Fellini ha voluto narrare attraverso gli occhi innocenti di Titta, attraverso la sua famiglia, attraverso i fascisti, che vengono descritti come omuncoli ridicoli.
E' un Italia ormai lontana, eppure così vicina, filmata con disincanto da un regista che sa cosa vuole raccontare, Federico Fellini conosce i suoi fantasmi, e li vuole salutare una volta per tutte, come?
Attraverso l'occhio senza illusioni della sua mdp, creando un microcosmo di umanità, che è impossibile sia lontano anche dal nostro.
Federico Fellini ci parla dell'Italia che fu, e ce lo narra con i ricordi, che possono essere anche invenzioni, ma se ci fate caso un regista visionario come lui, può non narrare della sua adolescenza senza affrontare i suoi fantasmi interiori?
Tutti i personaggi vengono riflessi come fantasmi, anche l'anno in cui è ambientato il film se ci fate caso, perché non c'è soltanto la sua fanciullezza, ma l'italia intera, quella che non ha mai fatto i conti col fascismo, quella che gira per la mille miglia, oppure che attende il transatlantico rex, l'italia che ospita lo sceicco con le sue concubine, che passeggia per le vie della città.
La protagonista è la città di Rimini, luogo di nascita di Fellini, ma può essere benissimo il ritratto della nostra Italia.
Ognuno di noi può riconoscerci in questo film, straordinaria l'interpretazione dell'attore Ciccio Ingrassia ovvero lo zio matto, che sale sull'albero gridando "Voglio una Donna" e viene fatto scendere da una suora nana.
In Amarcord c'è il ritratto di un Italia che non c'è più, ed è un grandissimo affresco con cui Fellini fa pace con i suoi fantasmi.
Amarcord è l'ulteriore capolavoro di un genio, non guardarlo è decisamente impossibile.
Buona Visione.
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