Passa ai contenuti principali

Il Cammino della Speranza

 

Torna tra le pagine della Fabbrica un regista che quest'anno si sta rivelando il vero protagonista del mio blog: Pietro Germi.
Secondo appuntamento con la rassegna a lui dedicata - settimanale perché quella quotidiana è dedicata a Fritz Lang - e ho recensito Il Cammino della Speranza uno degli ultimi film che rientrano nel neorealismo.
Un film sorprendentemente attuale, e che parla di noi italiani, alle prese con l'emigrazione, di chi ci mangia, di chi specula su questi poveretti, e anche di chi non li vuole come vicini di casa.
Chissà cosa penserebbero Salvini e la Meloni davanti a questo film...si si, ma lasciamo perdere i fascisti, parliamo del film che è molto importante da vedere per capire lo stato di povertà del nostro paese.
L'opera ha tra gli sceneggiatori Federico Fellini e Tullio Pinelli tratto da un soggetto scritto da questi e da Pietro Germi adattato al romanzo Cuori negli Abissi di Nino di Maria.
La storia narra il difficile cammino per una vita migliore di Sauro interpretato da Raf Vallone, un vedovo con tre figli da mantenere e i suoi compagni d'avventura, che con lui iniziano un cammino di speranza credendo alle fandonie di Ciccio, che si rivela un truffatore.
Trasportare un gruppo così numeroso fino alla Francia è illegale e Ciccio abbandona gli emigranti, dopo una sparatoria la polizia da loro dei documenti che li invitano a tornare da dove sono venuti, Sauro e gli altri emigranti lo stracciano, divenendo clandestini.
Cominciano a lavorare perché il proprietario terriero ne approfitta dello sciopero dei suoi dipendenti, ma vengono cacciati dai legittimi lavoranti, il loro cammino prosegue con molte difficoltà, fino a che non torna Vanni, quello della sparatoria, che era innamorato di Barbara, ma vedendo che la ragazza è cambiata e sta con Sauro, vuole avere la meglio, e lo sfida a duello, dove avrà la peggio.
Riusciranno i nostri emigranti ad arrivare in Francia per una vita migliore?
Un film toccante, come tutti i film di questo straordinario regista, che a pensare bene è ancora molto attuale, un opera difficile da mandare giù, ma che rivela con una sincerità sbalorditiva, le difficoltà per una vita migliore per ognuno di noi.
Ora sostituite gli immigrati siciliani di questo film, con quelli degli altri paesi che vengono da noi, potete solo immaginare quanto sia difficile crearsi un futuro migliore, solo se empatizzate con loro.
Un film sincero, schietto, diretto da un autore che sa di cosa parlare, e lo dice chiaramente, senza tanti giri di parole.
Bravissimo Pietro Germi che ci regala un altro grandissimo film.
Buona Visione.

Ratings ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️





Commenti