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Amore e Rabbia

 

E finalmente chiudo la filmografia di Pier Paolo Pasolini ci sono voluti diversi anni ma alla fine ce l'ho fatta, comunque altro film collettivo, diretto da Carlo Lizzani, Bernardo Bertolucci, Pier Paolo Pasolini, Jean Luc Godard, e Marco Bellocchio, ispirato alle parabole del vangelo.
Amore e rabbia è un film collettivo si, ma è anche un film polemico con l'italietta del boom, mi ha molto colpito l'episodio di Lizzani e quello di Bertolucci, Pasolini è poetico come sempre, e ci regala un episodio a metà strada tra il surreale e il fantastico, con protagonista il suo attore feticcio Ninetto Davoli.
Bertolucci ci dona un episodio che potremmo definire metaforico, un uomo con un piede nella fossa, e un gruppo di giovani che recitano una specie di sabba, ora una persona sarebbe capace di vedere molto su questo episodio.
Carlo Lizzani narra la violenza in città e l'indifferenza dei cittadini.
Marco Bellocchio fa una parodia dei sessantottini che mi è piaciuta molto, in scena un insegnante che deve parlare con gli occupanti di una università finendo travolto dalle proteste.
Jean-Luc Godard parla d'amore tra due ragazzi di differenti classi sociali, sottolineando il fatto che non possono stare insieme pur amandosi, per le differenze culturali tra loro.
Un film che è anche una operazione che narra la realtà della vita e come alcuni personaggi sognano sia il mondo.
Come ad esempio La Sequenza del Fiore di Carta narra di un giovane fiducioso, che balla incurante di quello che succede nel mondo, una allegoria critica e spietatamente sincera sui sessantottini rappresentati da Riccetto, che non si accorgono cosa realmente accade nel mondo, e soltanto Pier Paolo poteva dirigere un episodio del genere, con un finale culminante l'illusione al quale il suo personaggio si è aggrappato.
E' anche un film che sottolinea il lato oscuro della fede, come l'episodio di Bertolucci - spero di fare uno speciale su di lui tra qualche mese - dove alcune persone alla fine sembrano uscite di senno tanto per fare un esempio, è un episodio spiccatamente cruento, perché questi ragazzi sembravano muoversi come degli zombie, morti viventi attorno al cadavere dell'uomo di chiesa.
Lizzani ha diretto l'episodio che mi ha letteralmente fatto accapponare la pelle, quello di un uomo che insegue una ragazza e la picchia nell'indifferenza totale della gente che osserva ma non interviene.
Godard ha diretto un episodio che definirei radical chic, dove due persone di classi diverse non possono stare insieme per la differenza culturale, parlano due lingue differenti, e questo viene sottolineato durante tutta la sua durata.
Marco Bellocchio invece mette in scena l'incapacità di comunicare tra due diverse generazioni di persone, e lo fa attraverso l'invasione di un gruppo di studenti per occupare l'università, dove lo stesso insegnante non è capace di dialogare con i suoi studenti senza sopraffarli.
Un film capace di essere attuale ancora oggi, dove cinque registi bravissimi, esprimono a modo loro le novelle del vangelo, un opera così corale, merita di essere assolutamente vista.
Buona Visione.

Ratings ⭐️⭐️⭐️1/2








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