Un film che è una lunga metafora della vita, in cui ognuno di noi può riconoscersi diretto dal più grande (almeno per me) regista italiano di tutti i tempi, Fellini dirige il suo film più malinconico e sentito, tutto ambientato dentro una nave, la nave che va, che cammina in cui un gruppo di persone fanno un viaggio, per accompagnare le ceneri di una vecchia cantante lirica, il gruppo di persone sono coloro che conoscevano la defunta, che la amavano e anche che la odiavano, è lei la protagonista assente del film, la grande assente, in quella nave fuoriesce di tutto, invidia, odio, rancore, ma anche nostalgia, malinconia, tristezza, rimpianto, è il grande circo della vita, con tutti i suoi limiti e le sue contraddizzioni che viaggia in quella nave, sull'acqua, in cui tutti e nessuno vengono fuori, è un film che parla, che sussurra all'orecchio, che si fa ascoltare come una lunga melodia, un opera lirica, di cui il film è pieno zeppo, fatta di musica, allegoria, insomma c'è di tutto e di più, sinceramente credo sia un film che parla al cuore, che fa riflettere sullo scorrere della vita riuscendo a fermare l'uomo per ascoltare, grandissimi i protagonisti, menzione speciale a Freddie Jones, attore Lynchano che qui è il protagonista, che accompagna la compagnia verso l'ultimo viaggio della cantante lirica, è un opera immensa, che scorre leggera e che riesce a conquistare, con la sua semplicità, la regia di Fellini è concisa, chiara, non perde mai di vista il soggetto del film e come un grande direttore d'orchestra plasma i suoi attori come piace a lui, e gli attori d'altro canto non subiscono le sue mani, anzi, danno il loro meglio per esprimere se stessi.
CAPOLAVORO.
Eh, quando c'è Fellini di mezzo!!!
RispondiEliminaPerò mi manca!