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L'esercito delle dodici scimmie

Terry Gilliam dirige un film grandioso, complesso, che ti incolla allo schermo.
Nell'incipt iniziale vi è la genialità di quest'opera che ritengo sia puro cinema da manuale, dalla fotografia chiarissima si passa all'oscurità del sottosuolo, dove troviamo James Cole interpretato da Bruce Willis, che deve tornare nel passato per cercare di non permettere all'esercito delle dodici scimmie di diffondere un virus che ucciderà il genere umano, infatti nel suo mondo gli esseri umani vivono nel sottosuolo, ogni tanto però alcuni di loro salgono su per raccogliere le prove da dare agli scenziati per creare un antidoto e riconquistare la superfice, così Cole va indietro nel tempo, ma grazie a un errore invece di andare nel 1996 va nel 1990, qui incontra Geffrey Goines (Brad Pitt) e gli racconta la sua storia, ma Goines non è l'unica persona che incontra...all'ospedale psichiatrico conosce la dottoressa Kathryn Railly che all'inizio non gli crede ma poi piano piano si convince della sua storia, così dopo l'ennesimo errore (nella seconda volta l'anno mandato durante la prima guerra mondiale) finalmente arrivano al 1996 dove tenteranno di scampare il progetto di un gruppo ecologista chiamato l'esercito delle dodici scimmie di sterminare l'intera umanità...
Ispirandosi al corto francese del 1962 la Jetèè, Gilliam firma un opera dal ritmo incalzante e surreale, dalla struttra piuttosto complessa che affascina per il suo virtuosismo, bellissima la colonna sonora e la fotografia soprattutto la sceneggiatura firmata da David Webb Peoples e Janet Peoples.
Senza dubbio io lo considero uno dei migliori film di fantascienza degli anni novanta.
Da collezzionare.

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