Film lunghissimo, ultimamente il leggendario regista sa come mettere alla prova la resistenza del pubblico, si tratta ovviamente di grande cinema, anche se non tocca i vertici del capolavoro, ma questo ormai per Martin Scorsese, non è più di vitale importanza.
Sono ormai trent'anni che Martin Scorsese e' entrato nella mia vita, ogni volta che esce un suo film me lo guardo, lo assimilò, cerco di comprenderlo, e molte volte mi ha dimostrato coi fatti, che nonostante tutto è ancora capace di fare del grandissimo cinema, e per questo film, ha avuto praticamente carta bianca.
Un ottima cosa per un autore con la A maiuscola, quella di rispolverare un altra brutta storia dal passato dell'America.
Qui si parla del massacro degli Osage, una guerra civile tra bianchi e nativi americani, silenziosa e subdola.
Per cosa mi chiederete voi? Gli Osage hanno scoperto il petrolio nelle loro terre, e ai bianchi questa cosa non va giù.
Così organizzano una serie di delitti per appropriarsi dei terreni e impadronirsi di quella ricchezza, che fa molto gola a tutti.
Sembra un nuovo capitolo di una ideale trilogia cominciata con Gangs of New York per continuare a narrare la storia della nascita di una nazione, in questo caso l'America, da sempre detta la patria della democrazia che ha le mani sporche di sangue ovviamente.
E così Scorsese ci narra un altro spaccato dell'America che non conosceva nessuno.
Ottimo film, bravo Marty, e ho aperto le recensioni dell'anno nuovo con un film che non è soltanto un opera di intrattenimento, ma uno spaccato di storia
Buona Visione.
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