Come dicevo prima 127 ore è tratto da un fatto realmente accaduto nel 2003 a un giovane alpinista che decide di passare un po' di tempo a esplorare le montagne dello Utah, tra paesaggi naturali ricchissimi di bellezza, tuffi in acqua che ricordano anche the beach - un autocitazione? - etc, si passa all'imprevisto, durante una delle esplorazioni Aaron rimane con il braccio intrappolato da un grosso sasso di roccia, i tentativi per liberarsi saranno molteplici, e inefficaci, per ben 127 ore rimane intrappolato dentro la montagna in queste condizioni, alla fine l'unica soluzione per liberarsi sarà amputarsi il braccio (la scena è impressionantissima ma se riuscite a guardarla tutta siete coraggiosi, io mi sono dovuta coprire gli occhi e ogni tanto sbirciavo per richiuderli di nuovo), solo in questo modo riesce a liberarsi e tornare a casa, in condizioni disperate, per 5 giorni non ha mangiato, affamato, assetato, aveva bisogno di una mano, menomale che vede una famiglia e che gli corre in soccorso chiamando un elicottero per aiutarlo.
Bravissimo James Franco, che nel ruolo complesso di Aaron dimostra un grande talento, non è da tutti interpretare un ruolo così difficile e così estremo, quindi teniamolo d'occhio, le cose che ho trovato interessanti sono le visioni di Aaron mentre è intrappolato nella montagna, dai genitori, al desiderio che piova per far si che l'acqua smuova quella roccia e lo liberi, e poi tante cose, come delle premonizioni che poi si sono avverate una volta che si è liberato...
Danny Boyle dirige una pellicola toccante e intensa, capace di impressionare positivamente e di far riflettere, assolutamente da vedere.
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