Un film che è come un pugno nello stomaco per lo spettatore, spietato nel narrare la storia di un amicizia fondata sul piacere agli altri ad ogni costo, sul fare esperienze sempre più estreme, sempre più portate al limite, come sniffare coca, rubare, fare tutto in funzione di crearsi un immagine da spiattellare in faccia alla società, il volere essere per forza grandi, per forza fighi, per forza bellissimi e ammirati, trasformarsi in qualcosa che in realtà non si è può portare soltanto guai e problemi, ed è questo che accade a Tracy, adolescente appena approdata al liceo, dove incontra e conosce Evie Zamorra, la ragazza più popolare e più ammirata della scuola, Tracy è ancora una bambina e già all'inizio vediamo la superficialità dei compagni di scuola e il loro commentare come si veste, che scarpe porta etc etc...Tracy sentendosi inadeguata vorrebbe essere accettata dagli altri (naturale, cose del genere da ragazzini sono capitate anche a noi) allora fa di tutto per essere accettata dagli altri, ma ogni cosa ha il suo prezzo, Evie non ha famiglia, si insinua in casa di Tracy inventando bugie pur di stare insieme a Tracy, naturalmente per la ragazza quello di stare 24 ore su 24 con la tua migliore amica è un sogno che si avvera, infatti le due ragazze dividono tutto, ma anche esperienze che per Tracy è ancora troppo presto per viverle...questo le porterà problemi vari come autolesionismo, tossicodipendenza e depressione.
Il film è stato definito un Kids al femminile nella pubblicità per lanciarlo, la cosa più interessante è soprattutto l'infanzia negata e l'assenza totale degli adulti incapaci di stare ad ascoltare ed aiutare specialmente quando avvengono problemi di questo tipo.
Catherine Hardwick, con la complicità di Nikki Reed, dirige un film che è fortemente spietato nel condannare una società che impone di indossare una maschera, per apparire ciò che non si è, e soprattutto, incapace di accettare chi sta fuori dal coro...imperdibile.
Il film è stato definito un Kids al femminile nella pubblicità per lanciarlo, la cosa più interessante è soprattutto l'infanzia negata e l'assenza totale degli adulti incapaci di stare ad ascoltare ed aiutare specialmente quando avvengono problemi di questo tipo.
Catherine Hardwick, con la complicità di Nikki Reed, dirige un film che è fortemente spietato nel condannare una società che impone di indossare una maschera, per apparire ciò che non si è, e soprattutto, incapace di accettare chi sta fuori dal coro...imperdibile.
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