Questo film è un autentico cult movie.
Ancora prima di Ghost e di altri film romantici, John Carpenter ha voluto dirigere un film che mischiava il fantastico, la fantascienza e l'amore insieme andando chiaramente alla lontana dai film di fantascienza come noi li conosciamo.
Io l'ho sempre chiamato L'et di John Carpenter, anche se del capolavoro di Spielberg ha in comune solo la presenza aliena, ma in questo film si presenta con le sembianze di un uomo morto che si forma chiaramente davanti alla moglie.
L'inizio è travolgente, la protagonista (Karen Allen attrice molto in voga negli anni ottanta, si ricorda la sua partecipazione anche ne I predatori dell'arca perduta tra gli altri) guarda un filmino con il marito morto, e piange disperata, poi spegne e si va a coricare.
La sera un astronave cade dal cielo, ad uscire è un entità extraterrestre che raggiunge l'abitazione della donna e sfoglia un album di fotografie. Qui trova una ciocca di capelli in cui prende il dna e si forma con le stesse sembianze del marito della donna.
Inizierà una corsa contro il tempo per aiutare questo alieno a trovare la sua astronave e finalmente partire per il suo pianeta, non mancheranno i contrasti e le paure che la donna ha verso questo essere così sconosciuto, che finirà di conoscerlo e innamorarsi di lui. Lei sarà il suo aiuto per raggiungere l'astronave.
L'impresa risulterà alquanto difficile perchè ci sono anche le autorità che gli danno la caccia all'alieno perchè vogliono studiarlo per i loro esperimenti.
John Carpenter dirige un film originale, che all'inizio potrebbe risultare banale o stupidotto, ma non lo è semplicemente per vari motivi: Prima di tutto il suo voler discostarsi con l'et di Spielberg e dirigere un opera che risulti più vicina a se e più personale, mettendoci la sua impronta registica; poi il film possiede una magia sua che viene sottolineata anche dalla bravura di Jeff Bridges che potrebbe in un primo momento sembrare un pupazzo, ma che alla fine si rivela più autentico di tanti altri film che gli somigliano.
John Carpenter quando vira in altri generi cinematografici, avvolte non viene compreso del tutto, ma riesce a dirigere opere di grande sensibilità che restano impressi nel cuore e nella mente.
Alla produzione troviamo Michael Douglas e i mezzi a disposizione sono per un blockbuster, ma in conclusione il genio di Carpenter è presente in ogni scena e in ogni inquadratura, non è difficile amare questo film.
DA NON PERDERE
Ancora prima di Ghost e di altri film romantici, John Carpenter ha voluto dirigere un film che mischiava il fantastico, la fantascienza e l'amore insieme andando chiaramente alla lontana dai film di fantascienza come noi li conosciamo.
Io l'ho sempre chiamato L'et di John Carpenter, anche se del capolavoro di Spielberg ha in comune solo la presenza aliena, ma in questo film si presenta con le sembianze di un uomo morto che si forma chiaramente davanti alla moglie.
L'inizio è travolgente, la protagonista (Karen Allen attrice molto in voga negli anni ottanta, si ricorda la sua partecipazione anche ne I predatori dell'arca perduta tra gli altri) guarda un filmino con il marito morto, e piange disperata, poi spegne e si va a coricare.
La sera un astronave cade dal cielo, ad uscire è un entità extraterrestre che raggiunge l'abitazione della donna e sfoglia un album di fotografie. Qui trova una ciocca di capelli in cui prende il dna e si forma con le stesse sembianze del marito della donna.
Inizierà una corsa contro il tempo per aiutare questo alieno a trovare la sua astronave e finalmente partire per il suo pianeta, non mancheranno i contrasti e le paure che la donna ha verso questo essere così sconosciuto, che finirà di conoscerlo e innamorarsi di lui. Lei sarà il suo aiuto per raggiungere l'astronave.
L'impresa risulterà alquanto difficile perchè ci sono anche le autorità che gli danno la caccia all'alieno perchè vogliono studiarlo per i loro esperimenti.
John Carpenter dirige un film originale, che all'inizio potrebbe risultare banale o stupidotto, ma non lo è semplicemente per vari motivi: Prima di tutto il suo voler discostarsi con l'et di Spielberg e dirigere un opera che risulti più vicina a se e più personale, mettendoci la sua impronta registica; poi il film possiede una magia sua che viene sottolineata anche dalla bravura di Jeff Bridges che potrebbe in un primo momento sembrare un pupazzo, ma che alla fine si rivela più autentico di tanti altri film che gli somigliano.
John Carpenter quando vira in altri generi cinematografici, avvolte non viene compreso del tutto, ma riesce a dirigere opere di grande sensibilità che restano impressi nel cuore e nella mente.
Alla produzione troviamo Michael Douglas e i mezzi a disposizione sono per un blockbuster, ma in conclusione il genio di Carpenter è presente in ogni scena e in ogni inquadratura, non è difficile amare questo film.
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