Questa recensione è dedicata a mio fratello Salvatore Bisanti, recentemente scomparso a causa di complicazioni dovute ad una malattia a cui precedentemente è stato trapiantato di fegato 19 anni fa ben due volte...
Riposa in pace.
Constantin Costa Gavras, si ispira a un fatto realmente accaduto durante il colpo di stato in cile nel 1973, che ha portato al potere Pinochet.
E' la storia di un giornalista che grazie a una conoscenza nei servizi segreti scrive un articolo e dopo poco tempo scompare senza lasciare traccia.
La moglie si mette in contatto con le autorità per cercare di trovarlo, e questi invece di dare una mano alla donna cercano di insabbiare il tutto, quando la situazione sembra ormai compromessa e non c'è speranza di sapere cosa realmente sia successo, la donna chiama il padre del marito. Egli non si arrenderà di fronte a nulla pur di sapere dove si trova Charlie, e non serviranno a nulla le cause che ha fatto contro le istituzioni del Cile per smascherare i colpevoli, dopo che ha saputo che il figlio è morto.
Una pagina triste e vergognosa che mostra come l'america sia stata complice di questo scellerato piano di fare cadere il governo del Cile per i loro sporchi interessi, e di come pur di proteggersi le chiappe non fanno nulla per aiutare la gente normale a far luce sulla verità di una scomprarsa tanto tragica che poteva smascherare diverse ingiustizie, dato che il giovane da giornalista diceva sempre la verità.
Film tratto da una storia vera, ma che per motivi di sicurezza hanno cambiato il nome della nazione e i nomi dei protagonisti, ma si capisce benissimo che si parla del Cile grazie a piccoli stratagemmi creati dal regista.
Una pellicola toccante e coinvolgente, diretta da un maestro del cinema che ha fatto dell'impegno e del cinema di denuncia il suo cavallo di battaglia.
Magistrali le interpretazioni di Jack Lemmon e Sissy Spacek che da soli meritano la visione del film, soprattutto perchè riescono a far sentire i loro sentimenti agli spettatori, anche Gavras riesce nell'intento di colpire il marcio dei poteri forti, sottolineando la natura e ambigua delle istituzioni, che invece di servire il popolo servono loro stessi e sono attaccati al potere e al denaro.
Tra le scene migliori segnalo quella dello stadio, in cui il padre crede di aver visto il figlio, e quella in cui la moglie, che non si è mai rassegnata nella ricerca, sgrida il console con i suoi leccapiedi.
Bellissima la colonna sonora firmata Vangelis, musicista compatriota di Gavras, in particolare il motivo che da il titolo al film.
In conclusione un capolavoro, da vedere e rivedere, per capire di cosa l'uomo è capace di fare ai suoi simili per sottometterli ai suoi comandi.
CAPOLAVORO.
Riposa in pace.
Constantin Costa Gavras, si ispira a un fatto realmente accaduto durante il colpo di stato in cile nel 1973, che ha portato al potere Pinochet.
E' la storia di un giornalista che grazie a una conoscenza nei servizi segreti scrive un articolo e dopo poco tempo scompare senza lasciare traccia.
La moglie si mette in contatto con le autorità per cercare di trovarlo, e questi invece di dare una mano alla donna cercano di insabbiare il tutto, quando la situazione sembra ormai compromessa e non c'è speranza di sapere cosa realmente sia successo, la donna chiama il padre del marito. Egli non si arrenderà di fronte a nulla pur di sapere dove si trova Charlie, e non serviranno a nulla le cause che ha fatto contro le istituzioni del Cile per smascherare i colpevoli, dopo che ha saputo che il figlio è morto.
Una pagina triste e vergognosa che mostra come l'america sia stata complice di questo scellerato piano di fare cadere il governo del Cile per i loro sporchi interessi, e di come pur di proteggersi le chiappe non fanno nulla per aiutare la gente normale a far luce sulla verità di una scomprarsa tanto tragica che poteva smascherare diverse ingiustizie, dato che il giovane da giornalista diceva sempre la verità.
Film tratto da una storia vera, ma che per motivi di sicurezza hanno cambiato il nome della nazione e i nomi dei protagonisti, ma si capisce benissimo che si parla del Cile grazie a piccoli stratagemmi creati dal regista.
Una pellicola toccante e coinvolgente, diretta da un maestro del cinema che ha fatto dell'impegno e del cinema di denuncia il suo cavallo di battaglia.
Magistrali le interpretazioni di Jack Lemmon e Sissy Spacek che da soli meritano la visione del film, soprattutto perchè riescono a far sentire i loro sentimenti agli spettatori, anche Gavras riesce nell'intento di colpire il marcio dei poteri forti, sottolineando la natura e ambigua delle istituzioni, che invece di servire il popolo servono loro stessi e sono attaccati al potere e al denaro.
Tra le scene migliori segnalo quella dello stadio, in cui il padre crede di aver visto il figlio, e quella in cui la moglie, che non si è mai rassegnata nella ricerca, sgrida il console con i suoi leccapiedi.
Bellissima la colonna sonora firmata Vangelis, musicista compatriota di Gavras, in particolare il motivo che da il titolo al film.
In conclusione un capolavoro, da vedere e rivedere, per capire di cosa l'uomo è capace di fare ai suoi simili per sottometterli ai suoi comandi.
CAPOLAVORO.
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