Ci vuole coraggio per scrivere romanzi…
Tanto più coraggio per scriverne che parlano di criminalità organizzata, ma che succede se i criminali in questioni sono ragazzini di 15 anni?
Stay tuned xD.
Affrontare un romanzo sulla perdita dell'innocenza non è una cosa facile, tanto più un romanzo che poi diventa film.
Non è stato facile neanche per me guardare questo film, e i motivi ve li sottolineo con tutta la sincerità di cui sono capace.
Questo è un film di denuncia, tratto da un romanzo scritto da un autore, Roberto Saviano, che da anni parla di camorra, mafia, e criminalità organizzata in maniera schietta e sincera, fatto che gli ha causato una condanna a morte da parte di questi criminali, per questo vive sotto scorta.
Con ciò, non perde mai spunto per narrare la società contemporanea, criticandola senza mascheramenti né sotterfugi.
Il film diretto da Claudio Giovannesi, mi ha dato l'impressione di un film di Pasolini, ma girato ai nostri tempi, anche se il grande intellettuale e poeta non aveva peli sulla lingua e le storie riusciva persino a raccontarle dietro la macchina da presa, a differenza di Saviano, che si limita solo ad usare la penna.
Un film difficile, come sicuramente lo sarà anche il romanzo, che lascia dietro di se una profonda tristezza e desolazione, sulla società consumistica, sul far soldi in maniera facile, spudorata, senza il sudore della fronte, senza lottare, ma soltanto imbracciando le armi, rubando, e lavorando per i boss locali.
Questa è in parole povere la cosidetta paranza, e Saviano, che è un autore capace anche di dire in faccia la verità persino a Salvini, che in confronto allo scrittore partenopeo è un pagliaccio, ci racconta una verità difficile, di cui nessuno parla, ma che racconta una realtà formativa di come nascono i cosidetti camorristi, li fanno cominciare sin da piccoli, perché nella vita conta soltanto una cosa, i soldi...e per questi si fa di tutto, rischiando persino la propria pelle.
Merita senza dubbio di stare tra i grandi film.
Tanto più coraggio per scriverne che parlano di criminalità organizzata, ma che succede se i criminali in questioni sono ragazzini di 15 anni?
Stay tuned xD.
Affrontare un romanzo sulla perdita dell'innocenza non è una cosa facile, tanto più un romanzo che poi diventa film.
Non è stato facile neanche per me guardare questo film, e i motivi ve li sottolineo con tutta la sincerità di cui sono capace.
Questo è un film di denuncia, tratto da un romanzo scritto da un autore, Roberto Saviano, che da anni parla di camorra, mafia, e criminalità organizzata in maniera schietta e sincera, fatto che gli ha causato una condanna a morte da parte di questi criminali, per questo vive sotto scorta.
Con ciò, non perde mai spunto per narrare la società contemporanea, criticandola senza mascheramenti né sotterfugi.
Il film diretto da Claudio Giovannesi, mi ha dato l'impressione di un film di Pasolini, ma girato ai nostri tempi, anche se il grande intellettuale e poeta non aveva peli sulla lingua e le storie riusciva persino a raccontarle dietro la macchina da presa, a differenza di Saviano, che si limita solo ad usare la penna.
Un film difficile, come sicuramente lo sarà anche il romanzo, che lascia dietro di se una profonda tristezza e desolazione, sulla società consumistica, sul far soldi in maniera facile, spudorata, senza il sudore della fronte, senza lottare, ma soltanto imbracciando le armi, rubando, e lavorando per i boss locali.
Questa è in parole povere la cosidetta paranza, e Saviano, che è un autore capace anche di dire in faccia la verità persino a Salvini, che in confronto allo scrittore partenopeo è un pagliaccio, ci racconta una verità difficile, di cui nessuno parla, ma che racconta una realtà formativa di come nascono i cosidetti camorristi, li fanno cominciare sin da piccoli, perché nella vita conta soltanto una cosa, i soldi...e per questi si fa di tutto, rischiando persino la propria pelle.
Merita senza dubbio di stare tra i grandi film.
Commenti
Posta un commento
Moderazione rimessa, NO SPAM