Paolo Sorrentino è un regista che ho sempre apprezzato molto, anche se fino ad oggi non mi era ancora entrato nel cuore.
È Stata la mano di Dio è decisamente l'opera fresca, ispirata e molto autobiografica di Sorrentino. Ma è anche un opera, matura, coinvolgente ed emozionante dove l'autore racconta sed stesso, a cuore aperto, e lo fa in maniera sincera e coinvolgente colpendomi finalmente al cuore.
Si perché questo piccolo ma grande film, sfiora di poco il capolavoro, impossibile non affezionarsi a Fabietto, autentico alter ego di Sorrentino in cui attraverso di lui, ci narra la sua adolescenza, nella Napoli degli anni 80, fino alla catarsi finale, quando a causa di un esplosione perde i genitori, fatto che ha cambiato la sua vita per sempre.
Poi c'è quella zia un po' matta, che si dice sia ninfomane, personaggio inventato per il film, che è l'unica che capisce quel ragazzo timido dalle ambizioni artistiche.
In conclusione, È Stata la Mano di Dio è la migliore pellicola italiana dell'anno, correte a vederla.
Forse non la migliore in assoluto (gli ho preferito "Qui rido io" di Martone) ma di sicuro il film più toccante ed emozionante dell'anno. Sorrentino si spoglia finalmente del barocchismo degli ultimi film e serie tv per mettere tuttose stesso in quest'opera devvero personalissima. Merita applausi.
RispondiEliminaCondivido in pieno
EliminaConcordo, il suo film più toccante e commovente, proprio perché intimo ed essenziale.
RispondiEliminaUna seconda visione quando torno a casa è assicurata
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