Mentre ho appena cominciato la visione dell'ultima stagione, recensisco la quinta stagione.
Nel bene e nel male, con tutti i suoi pregi e difetti, Glee a casa Lynch è stata una serie al quale ho voluto un gran bene, quindi anche se questa stagione non si può dire riuscitissima del tutto, è entrata di diritto nei cult delle serie tv che seguo e che in un modo o nell'altro mi è entrata nel cuore.
Potete dirgli quello che volete, che ha perso il suo charme delle prime stagioni, e questo lo credo anch'io, senza Finn e soprattutto senza più Glee club l'attenzione si concentra di più su New York e la carriera di Rachel come attrice del musical teatrale Fanny Girl.
Stagione un po' troppo zuccherosa lo devo ammettere, si finisce anche per annoiarsi un po' peccato, perchè se nelle prime stagioni a fare da forza trainante di questa serie erano i duelli tra Shuster e Sue Sylvester, in questa stagione l'agguerrita Coach dei cheerios diventa preside e cambia un po' tante cose, prima tra tutte chiude il Glee Club.
Non servirà a niente la lotta dei giovani ex allievi del liceo McGinley di Lima Ohio, per permettere al professore di continuare con le nuove direzioni il suo Glee Club.
E c'è anche la morte di Finn Hudson, uno dei miei personaggi preferiti, scelta dovuta per la morte dell'attore che lo interpretava, protagonista della migliore puntata dello show di sempre.
In poche parole, una stagione un po' nostalgica che vede i nostri protagonisti alle prese con i cambiamenti della loro vita, l'inizio delle loro carriere artistiche, i problemi di cuore e via dicendo.
Una stagione però che nonostante tutto poteva essere migliore, ma comunque sia se vi sapete accontentare e se vi affezionate ai personaggi come è accaduto a me, non vi deluderà di sicuro.
Per me resta una stagione sottotono, anche perchè senza Glee Club almeno secondo me non c'è divertimento, nonostante i moltissimi momenti musical di questa serie tv.
Nonostante i difetti, per me resta un cult, c'è poco da fare.
Nel bene e nel male, con tutti i suoi pregi e difetti, Glee a casa Lynch è stata una serie al quale ho voluto un gran bene, quindi anche se questa stagione non si può dire riuscitissima del tutto, è entrata di diritto nei cult delle serie tv che seguo e che in un modo o nell'altro mi è entrata nel cuore.
Potete dirgli quello che volete, che ha perso il suo charme delle prime stagioni, e questo lo credo anch'io, senza Finn e soprattutto senza più Glee club l'attenzione si concentra di più su New York e la carriera di Rachel come attrice del musical teatrale Fanny Girl.
Stagione un po' troppo zuccherosa lo devo ammettere, si finisce anche per annoiarsi un po' peccato, perchè se nelle prime stagioni a fare da forza trainante di questa serie erano i duelli tra Shuster e Sue Sylvester, in questa stagione l'agguerrita Coach dei cheerios diventa preside e cambia un po' tante cose, prima tra tutte chiude il Glee Club.
Non servirà a niente la lotta dei giovani ex allievi del liceo McGinley di Lima Ohio, per permettere al professore di continuare con le nuove direzioni il suo Glee Club.
E c'è anche la morte di Finn Hudson, uno dei miei personaggi preferiti, scelta dovuta per la morte dell'attore che lo interpretava, protagonista della migliore puntata dello show di sempre.
In poche parole, una stagione un po' nostalgica che vede i nostri protagonisti alle prese con i cambiamenti della loro vita, l'inizio delle loro carriere artistiche, i problemi di cuore e via dicendo.
Una stagione però che nonostante tutto poteva essere migliore, ma comunque sia se vi sapete accontentare e se vi affezionate ai personaggi come è accaduto a me, non vi deluderà di sicuro.
Per me resta una stagione sottotono, anche perchè senza Glee Club almeno secondo me non c'è divertimento, nonostante i moltissimi momenti musical di questa serie tv.
Nonostante i difetti, per me resta un cult, c'è poco da fare.
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