Aki Kaurismaki, torna con la sua nuova pellicola che ho visto da poco tempo, e non smentisce i suoi temi che sono sempre presenti, questa volta gira una storia di solidarietà di una poetica senza pari, e di una semplicità e leggerezza che conquista a primo colpo.
Inno alla solidarietà e all'altruismo incentrato su un ragazzino nero figlio di clandestini che scappato dal gruppo dove doveva tornare con la sua famiglia trova rifugio nel quartiere degli abitanti di Le Havre e a loro cambierà la vita in meglio, anche se devono difenderlo da un poliziotto astuto che cerca sempre di riportarlo da dove è scappato alla fine saranno proprio le persone a cui ha cambiato la vita questo bambino grazie ai suoi gesti di generosità a coprirlo sempre, facendo anche in diversi momenti scappare il poliziotto.
L'uomo che si prende cura di lui ha la moglie malata di cancro, e rischia di morire, dopo l'arrivo del bambino e con i gesti di tolleranza e generosità che suo marito compie verso di lui e contagiano il quartiere qualcosa sembra migliorare, riuscirà a guarire?
Kaurismaki lo conosciamo alla fabbrica, dato che tempo fa ho recensito il bellissimo L'uomo senza passato dove è riuscito a sorprendermi, con questo film fa altrettanto, ma con una marcia in più, raccontando una storia di umanità e tolleranza verso un bimbo e quel bimbo ricambierà quella tolleranza facendo loro del bene, con uno scambio di valori che va aldilà di ogni pregiudizio, e di ogni cattiveria, riuscendo a colpire laddove si rischia di essere smielati e fasulli, quanti film escono e non sono capaci di commuovere, un esempio lampante è l'ultimo film con Tom Hanks, che a differenza è un polpettone senza anima che rischia di far venire l'orticaria a furia di toccarsi gli occhi ed asciugarsi lacrime forzate che non arrivano mai, Kaurismaki invece offre allo spettatore una storia semplice intrisa della sua poetica, molto toccante con una regia narrativa che si concentra più sugli esseri umani che su slogature di macchine da presa, eppure questo piccolo grande film perchè dobbiamo dirlo E' un grande film riesce oltre a tenere alta l'attenzione dello spettatore a commuovere conquistando persino i cuori più duri, un film che di questi tempi tutti quanti dovrebbero vedere, specialmente la gente che ha dimenticato quanto vale la tolleranza verso il prossimo, Aki Kaurismaki è qui a ricordarcelo, che siamo prima di tutto esseri umani, e non macchine, che avvolte è meglio fermarsi e guardarci intorno e vedere come stanno gli altri, ed essere anche un po' più altruisti verso il prossimo, perchè la vita sarebbe migliore.
DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.
Inno alla solidarietà e all'altruismo incentrato su un ragazzino nero figlio di clandestini che scappato dal gruppo dove doveva tornare con la sua famiglia trova rifugio nel quartiere degli abitanti di Le Havre e a loro cambierà la vita in meglio, anche se devono difenderlo da un poliziotto astuto che cerca sempre di riportarlo da dove è scappato alla fine saranno proprio le persone a cui ha cambiato la vita questo bambino grazie ai suoi gesti di generosità a coprirlo sempre, facendo anche in diversi momenti scappare il poliziotto.
L'uomo che si prende cura di lui ha la moglie malata di cancro, e rischia di morire, dopo l'arrivo del bambino e con i gesti di tolleranza e generosità che suo marito compie verso di lui e contagiano il quartiere qualcosa sembra migliorare, riuscirà a guarire?
Kaurismaki lo conosciamo alla fabbrica, dato che tempo fa ho recensito il bellissimo L'uomo senza passato dove è riuscito a sorprendermi, con questo film fa altrettanto, ma con una marcia in più, raccontando una storia di umanità e tolleranza verso un bimbo e quel bimbo ricambierà quella tolleranza facendo loro del bene, con uno scambio di valori che va aldilà di ogni pregiudizio, e di ogni cattiveria, riuscendo a colpire laddove si rischia di essere smielati e fasulli, quanti film escono e non sono capaci di commuovere, un esempio lampante è l'ultimo film con Tom Hanks, che a differenza è un polpettone senza anima che rischia di far venire l'orticaria a furia di toccarsi gli occhi ed asciugarsi lacrime forzate che non arrivano mai, Kaurismaki invece offre allo spettatore una storia semplice intrisa della sua poetica, molto toccante con una regia narrativa che si concentra più sugli esseri umani che su slogature di macchine da presa, eppure questo piccolo grande film perchè dobbiamo dirlo E' un grande film riesce oltre a tenere alta l'attenzione dello spettatore a commuovere conquistando persino i cuori più duri, un film che di questi tempi tutti quanti dovrebbero vedere, specialmente la gente che ha dimenticato quanto vale la tolleranza verso il prossimo, Aki Kaurismaki è qui a ricordarcelo, che siamo prima di tutto esseri umani, e non macchine, che avvolte è meglio fermarsi e guardarci intorno e vedere come stanno gli altri, ed essere anche un po' più altruisti verso il prossimo, perchè la vita sarebbe migliore.
DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.
Aki Kaurismaki è un grande, fa un film di quelli che esci dal cinema contento, e lo ringraziamo.
RispondiEliminami ricorda Guédiguian, ma più leggero (è un complimento) e diretto, c'è anche un attore in comune:)
si Kaurismaki fa un tipo di cinema molto diverso da quello che di solito il grande pubblico è abituato, ma ci aggiunge una umanità e una poetica senza pari, per questo i suoi film sono bellissimi :)
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