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Alps

Ed eccocci anche oggi a recensire film, il titolo scelto è Alps nuovo film di Yorgos Lanthymos, regista greco piuttosto conosciuto da queste parti, anche se i suoi film nei cinema italiani ancora non sono usciti, aaah questa distribuzione.
Comuqnue sia eccocci alla recensione di questa sua opera recente.

Qui Lanthymos porta alle estreme conseguenze il discorso iniziato con Kinetta, suo film d'esordio, ma lo rende fluente rispetto al già citato film.
Laddove Kinetta era un opera complessa e difficile, Alps è il suo opposto ma allo stesso tempo un opera che spazia diversi punti di vista.
Qui c'è la rappresentazione dell'impersonificazione di una persona defunta, per permettere ai familiari di superare il dolore, anche se una di loro rimarrà prigioniera della sua personificazione.
Anche questa volta si sottolinea l'emozione umana, a prescindere da tutto, c'è da dire che Lanthymos non si è risparmiato per questo film, ha spinto il pedale fino al massimo ed è impossibile anche riuscire a dimenticare questa sua nuova opera.
Peccato che non viene preso in considerazione per l'uscita nelle sale, forse perchè un autore del genere è di difficile fruizione? Chi lo sa?
Fatto sta che certi film te li devi cercare con le tue forze se vuoi vederli, il cinema è fruibile al popolo, il meglio spesso non esce in sala forse perchè i distributori hanno paura di non guadagnare molti soldi?
L'arte come sappiamo spesso e volentieri non va a braccetto con il business, e spesso certi film o te li devi scaricare, o devi andare nei festival per poterli vedere, non c'è alcun modo per poterli visionare.

Comunque sia è un film da vedere ma soprattutto DA AVERE, non può assolutamente mancare nella vostra collezione, se ovviamente siete cinefili.
Sapete benissimo come la penso a riguardo, già dal giorno in cui ho visionato Dogtooth opera inquietante da pelle d'oca.
Qui invece Lanthymos mette da parte la violenza, per lasciare spazio alla rappresentazione del dolore e dell'incapacità delle persone di superarlo, di andare avanti, è per questo che nasce un gruppo che tra di loro si chiamano come le alpi, da cui deriva il titolo del film, per permettere alle persone di superare il dolore.
Ma l'empatia tira un brutto scherzo, ed è difficile non entrare in empatia con un altro essere umano, non provare sentimenti, perchè il transfer è una cosa normale soprattutto se ci mettiamo in correlazione con altri esseri umani, viene naturale ed è di vitale importanza, anzi è l'essenza stessa degli esseri umani.
Allo stesso tempo però è normale un certo distacco per non cadere prigionieri di quel dolore, quindi ci si trova spesso e volentieri dentro un bivio di scelta, in cui si deve fare una precisa distinzione, come prendere un certo distacco dalla storia, ma una recita dentro la vita vera è solo una maschera, non è nulla, non sei in un teatro che una volta tolta la maschera diventi te stesso.
In conclusione, un film intransingente e dolente allo stesso tempo, diretto da un autore capace di sorprendere pellicola dopo pellicola.
Voto: 8

 

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