Ancora un passo avanti per il grande regista coreano, che ritorna tra le pagine della fabbrica, per l'ultima recensione prima del grande ritorno quotidiano dove torneranno anche i film al cinema, per chiudere in bellezza le recensioni dei mesi festivi di natale capodanno e la befana, ho scelto Secret Sunshine
Si tratta di un film malinconico, di cui difficilmente il grande pubblico può trovare un forte approccio positivo, alcuni forse lo troveranno deprimente, altri struggente, insomma avete capito, non si tratta certamente di un opera che si guarda tanto per passare tempo.
Eppure, nonostante i presupposti non proprio positivi, è un film capace di parlare di un lutto non ancora elaborato, vissuto in silenzio, la protagonista dopo la morte del marito, sceglie di andare a vivere nella città in cui è nato e ricominciare una nuova vita con il figlioletto.
Quando si dice che le cose non le puoi prevedere, il bambino sparisce, e viene molestata da uno strano individuo che le chiede dei soldi...quando il bambino viene trovato morto le cose precipitano, non sa come reagire alla morte del figlioletto, nonostante i parenti piangono disperati e la nonna le urli addosso accusandola di freddezza.
Come spesso si dice, la disperazione silenziosa è la più straziante, si affida alla religione, e diventa una fervente credente, tanto per non sentire il dolore, quando però capirà finalmente dove andrà il suo destino, accanto a quello di un altro uomo lascerà perdere la religione per ricominciare a vivere, anche se dentro di se il ricordo del figlioletto sarà sempre presente.
Con Secret Sunshine Lee Chang-Dong si è superato.
Qui dirige la sua opera più difficile e complessa della sua carriera, e si nota con quanta attenzione ha voluto dirigere il film.
Questo film ti tocca in una maniera che non avevi previsto prima, innanzitutto ti mette in scena una donna non proprio perfetta, forse un po' matta, ma della quale ognuno di noi può riconoscersi.
All'inizio non dice molto sul personaggio della madre, ma ci basta poco per conoscerla bene, per capire con quanti pregiudizi la gente la giudica e via dicendo...sappiamo che la considera strana perchè non è come loro, e considerano bizzarra la scelta di andare a vivere nella città dove è nato il marito.
Come potete vedere non ha molti amici, quei pochi che la avvicinano lo fanno più per curiosità piuttosto che per cominciare un rapporto con lei, fino a che il bambino non muore l'unica che le si avvicinata è stata una fervente religiosa che la invitava alle funzioni in chiesa.
Fino a che non reincontra l'uomo che le ha dato un passaggio all'inizio del film e le cose cambiano per lei, anche se proverà di tutto per superare il dolore della morte del bambino, cosa che non riuscirà a fare, però imparerà a convinverci nonostante tutto.
Un film malinconico e delicato, intenso e doloroso, come soltanto Lee Chang-Dong riesce a fare.
Voto: 9
Si tratta di un film malinconico, di cui difficilmente il grande pubblico può trovare un forte approccio positivo, alcuni forse lo troveranno deprimente, altri struggente, insomma avete capito, non si tratta certamente di un opera che si guarda tanto per passare tempo.
Eppure, nonostante i presupposti non proprio positivi, è un film capace di parlare di un lutto non ancora elaborato, vissuto in silenzio, la protagonista dopo la morte del marito, sceglie di andare a vivere nella città in cui è nato e ricominciare una nuova vita con il figlioletto.
Quando si dice che le cose non le puoi prevedere, il bambino sparisce, e viene molestata da uno strano individuo che le chiede dei soldi...quando il bambino viene trovato morto le cose precipitano, non sa come reagire alla morte del figlioletto, nonostante i parenti piangono disperati e la nonna le urli addosso accusandola di freddezza.
Come spesso si dice, la disperazione silenziosa è la più straziante, si affida alla religione, e diventa una fervente credente, tanto per non sentire il dolore, quando però capirà finalmente dove andrà il suo destino, accanto a quello di un altro uomo lascerà perdere la religione per ricominciare a vivere, anche se dentro di se il ricordo del figlioletto sarà sempre presente.
Con Secret Sunshine Lee Chang-Dong si è superato.
Qui dirige la sua opera più difficile e complessa della sua carriera, e si nota con quanta attenzione ha voluto dirigere il film.
Questo film ti tocca in una maniera che non avevi previsto prima, innanzitutto ti mette in scena una donna non proprio perfetta, forse un po' matta, ma della quale ognuno di noi può riconoscersi.
All'inizio non dice molto sul personaggio della madre, ma ci basta poco per conoscerla bene, per capire con quanti pregiudizi la gente la giudica e via dicendo...sappiamo che la considera strana perchè non è come loro, e considerano bizzarra la scelta di andare a vivere nella città dove è nato il marito.
Come potete vedere non ha molti amici, quei pochi che la avvicinano lo fanno più per curiosità piuttosto che per cominciare un rapporto con lei, fino a che il bambino non muore l'unica che le si avvicinata è stata una fervente religiosa che la invitava alle funzioni in chiesa.
Fino a che non reincontra l'uomo che le ha dato un passaggio all'inizio del film e le cose cambiano per lei, anche se proverà di tutto per superare il dolore della morte del bambino, cosa che non riuscirà a fare, però imparerà a convinverci nonostante tutto.
Un film malinconico e delicato, intenso e doloroso, come soltanto Lee Chang-Dong riesce a fare.
Voto: 9
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