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Il Grande Caldo

Continua lo special su Fritz Lang, per il secondo appuntamento, ho scelto un noir molto forte, e per i tempi piuttosto violento, Il Grande Caldo, uno dei punti più alti del cinema del regista viennese.

La storia è incentrata su una fitta rete di corruzione legata alla criminalità cittadina, a indagare un investigatore incaricato nello smascherare il colpevole della morte di un suo ex collega, presto si scopre che la moglie del collega tiene un diario con tutte le prove della corruzione legata a dei personaggi politici, se le succede qualcosa, queste prove vanno in mano ai giornalisti.
La moglie di Dave Bannion l'investigatore che segue le indagini, muore per errore con una bomba piazzata per ucciderlo, e questo fatto lo fa cacciare dalla polizia.
Decide però di farsi giustizia da solo, usando come complice la donna di un boss sfigurata in viso dal caffè bollente gettatole in faccia dal suo amante.
Sarà proprio Debbie che aiuterà Dave nelle indagini, uccidendo proprio la moglie del vecchio collega dell'investigatore…
Un noir indimenticabile, non si può aggiungere altro, anzi si, qualcosa la aggiungo giusto per scrivere la recensione di questo sorprendente capolavoro.
Perché di capolavoro si tratta.
Fritz Lang non ha mezze misure, e sfida persino il codice hayes girando un film molto violento per i tempi, e il colpo di caraffa col caffè bollente non si dimentica facilmente.
Primo regista nei cosidetti innocenti anni cinquanta a parlare anche di violenza domestica, a quei tempi non si scherzava, la censura era dietro l'angolo e i film non potevano essere molto violenti.
Eppure, Fritz Lang mette in scena un film sordido, molto duro, un noir in cui nessuno è perfetto e tutti posseggono una doppia vita.
Sempre secondo le regole? Nosignore, qui stiamo parlando di un maestro della settima arte, uno dei padri del modo di fare cinema, quindi parliamo delle cose come stanno.
Il Grande Caldo è un film che una volta visto non lo si dimentica tanto facilmente, io l'ho visto e ricordo ancora la sorpresa che provai durante la caraffata se possiamo dirla così.
Personalmente metterei questo film in un mio personale olimpo cinematografico, e non sfigurerebbe accanto ad altri grandissimi titoli.
Un film che è invecchiato bene, e che ancora oggi riesce a impressionare nel bene e nel male la violenza che esiste negli ambienti sordidi della criminalità, Lang l'ha saputa descrivere alla perfezione, e scusate se è poco.
Per me è un caposaldo da collezionare, punto.


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