E siamo arrivati alla recensione del bellissimo e molto toccante Mamma Roma, che insieme a Teorema è il mio film preferito di Pier Paolo Pasolini, ormai diventato grazie a questa rassegna cinematografica, uno dei registi fondamentali nel mio percorso di cinefila, ed è grazie a questo film che è entrato nella rosa dei miei registi preferiti, quando lo vidi per la prima volta anni fa.
Pasolini era un regista scomodo, perché non edulcorava la realtà della vita, la narrava, prendendo il neorealismo, quando ormai questo genere cinematografico era morto e sepolto.
Non è facile seguire Pasolini me ne rendo conto, perché non da facili certezze, e non fa un cinema di intrattenimento per tutti.
O lo si ama o lo si odia non ci sono mezze misure, se lo si ama come lo amo io, allora cerchi in tutti i modi di assorbire il suo punto di vista, di capirlo, di ricercare attraverso la narrazione del suo cinema ciò che lui voleva dire.
Se con Accattone, ha esordito mettendo subito in chiaro ciò di cui voleva parlare, con un autentico pugno nello stomaco, con Mamma Roma si spinge ancora più in la.
Sceglie come protagonista una grandissima Anna Magnani, che, nel ruolo di una prostituta che si è ravveduta e ora cerca di dare un esempio a suo figlio lasciando la strada per un lavoro onesto, gestisce una bancarella a Roma, ma il passato torna sempre a bussare alla sua porta.
Il suo vecchio protettore, che all'inizio del film lo vediamo sposato, vuole che torni a battere, ma lei ci prova per due volte, poi capisce che non è più la strada per lei.
Vuole dare un esempio concreto a suo figlio per una vita migliore, ma quella vita borghese che tanto sogna per Ettore, resterà soltanto un miraggio, qualcosa che può guardare da lontano e non potrà mai raggiungere perché? Perché la vita è bastarda.
Ettore trova lavoro, ma è ancora un ragazzino e le regole, gli orari da seguire non fanno per lui, così torna a girovagare con i suoi amici conoscendo una ragazza che gli gira intorno.
Sarà proprio lei e altri amici suoi a raccontare il passato di sua madre insieme al suo protettore, e per Mamma Roma sarà la fine di un sogno.
Un film durissimo e coinvolgente, come era capace di fare Pier Paolo Pasolini, se lo volete guardare preparatevi psicologicamente perché vi farà piangere, e non saranno lacrime facili che poi quando finisce il film te le dimentichi, no, saranno lacrime che non dimenticherai facilmente, il finale terribile e molto doloroso, sottolinea che chi nasce proletario, non può certo diventare borghese, e aveva ragione.
Mamma Roma è uno di quei capolavori che non potranno mai mancare in una collezione cinefila che si rispetti, guardatevelo, sicuramente cambierà la prospettiva del vostro pensiero.
Pasolini era un regista scomodo, perché non edulcorava la realtà della vita, la narrava, prendendo il neorealismo, quando ormai questo genere cinematografico era morto e sepolto.
Non è facile seguire Pasolini me ne rendo conto, perché non da facili certezze, e non fa un cinema di intrattenimento per tutti.
O lo si ama o lo si odia non ci sono mezze misure, se lo si ama come lo amo io, allora cerchi in tutti i modi di assorbire il suo punto di vista, di capirlo, di ricercare attraverso la narrazione del suo cinema ciò che lui voleva dire.
Se con Accattone, ha esordito mettendo subito in chiaro ciò di cui voleva parlare, con un autentico pugno nello stomaco, con Mamma Roma si spinge ancora più in la.
Sceglie come protagonista una grandissima Anna Magnani, che, nel ruolo di una prostituta che si è ravveduta e ora cerca di dare un esempio a suo figlio lasciando la strada per un lavoro onesto, gestisce una bancarella a Roma, ma il passato torna sempre a bussare alla sua porta.
Il suo vecchio protettore, che all'inizio del film lo vediamo sposato, vuole che torni a battere, ma lei ci prova per due volte, poi capisce che non è più la strada per lei.
Vuole dare un esempio concreto a suo figlio per una vita migliore, ma quella vita borghese che tanto sogna per Ettore, resterà soltanto un miraggio, qualcosa che può guardare da lontano e non potrà mai raggiungere perché? Perché la vita è bastarda.
Ettore trova lavoro, ma è ancora un ragazzino e le regole, gli orari da seguire non fanno per lui, così torna a girovagare con i suoi amici conoscendo una ragazza che gli gira intorno.
Sarà proprio lei e altri amici suoi a raccontare il passato di sua madre insieme al suo protettore, e per Mamma Roma sarà la fine di un sogno.
Un film durissimo e coinvolgente, come era capace di fare Pier Paolo Pasolini, se lo volete guardare preparatevi psicologicamente perché vi farà piangere, e non saranno lacrime facili che poi quando finisce il film te le dimentichi, no, saranno lacrime che non dimenticherai facilmente, il finale terribile e molto doloroso, sottolinea che chi nasce proletario, non può certo diventare borghese, e aveva ragione.
Mamma Roma è uno di quei capolavori che non potranno mai mancare in una collezione cinefila che si rispetti, guardatevelo, sicuramente cambierà la prospettiva del vostro pensiero.
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