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Il Collezionista di Carte


 Una produzione targata Martin Scorsese, da sempre amico e collaboratore di Paul Schrader, che gli ha scritto diversi film, stavolta tornano insieme il primo come produttore esecutivo, il secondo come regista, per un film che narra le gesta di un giocatore di poker dal passato oscuro, mi sarà piaciuto?
Lo dico subito, senza troppi giri di parole: questo film è lentissimo, e dubito che possa piacere al grande pubblico, ma questa lentezza ha un suo perché, ed è pienamente giustificata dalla storia.


Non è un film noioso, ci tengo a puntualizzare, ma, è di difficile fruizione, soltanto perché mostra la storia di un uomo, che intende cancellare il suo passato, e lo fa perchè vuole cambiare vita.
L'unico modo possibile è utilizzare la sua abilità nel contare le carte, così vaga da casinò a casinò in per raccogliere soldi e giocare.
Tutto cambia quando nel suo cammino incontra un ragazzo in cerca di vendetta per la morte del padre, tutti e due hanno un conto in sospeso con un colonnello, William per le torture subite, Cirk per il suicidio del padre.
William cerca di tenere lontano il ragazzo dai suoi propositi vendicativi, e lo fa giocare con lui al casinò a poker, ma la vendetta è un piatto che va servito freddo, e il ragazzo affronta il colonnello...
Quando William si accorge che il confronto ha fatto perdere la vita a Cirk, ci pensa lui a sistemare le cose.
Un film difficile e compllesso, molto toccante nella ricostruzione in flashback della vita del suo protaognista, un Oscar Isaac in grandissima forma, anche i suoi comprimari non sono da meno.
Il Collezionista di Carte è un opera che denuncia il dolore causato nelle carceri dai prigionieri di guerra, i flashback che raccontano la vita di William Tell il protagonista della storia, sono un autentico pugno nello stomaco.
Infatti William è un tipo molto meticoloso, quando alloggia in albergo copre il tutto con delle lenzuola per non lasciare traccia di se.
Alla fine tutti quanti dobbiamo affrontare il nostro passato che lo vogliamo o no.
Ecco questo è uno di quei film da aggiungere nei preferiti, perché parla tantissimo al pubblico, anche con pochissimi dialoghi.
La regia di  Schrader è meticolosa come il suo protagonista, tagliente, sincera e smaliziata, e sono pochi i film che ti fanno riflettere come questo qui.
Sicuramente uno dei migliori film dell'anno.





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