Un film interamente dalla parte delle donne.
Dedicato alla difficile condizione femminile in Iran, tratto dal romanzo dello stesso regista, che ne ha fatto la trasposizione cinematografica.
Un fil sconvolgente dall'inizio alla fine, difficile dimenticarlo una volta che l'hai visto, primo perchè mette in scena una donna, che deve custodire il marito ormai in coma.
Lei lo usa come una pietra paziente che è la testimone di tutti i suoi segreti più intimi.
Scopriamo tutto di lei, dai sacrifici che ha fatto per mettere al mondo i figli, dall'amore che nasce con un giovane ragazzo, dai suoi silenzi, dalla sottomissione verso la suocera e le cosidette tradizioni che vogliono la moglie solo come figura obbediente e devota e sottomessa al marito.
Scopriamo che si vende pur di non lasciare solo il marito, pur di accudirlo nonostante la guerra a in afganistan, dove è ambientato il film.
Le possono arrivare le bombe, i fucili, lei non si smuove, e approfitta di tutto ciò per fare il punto della sua vita, come per guardare attraverso il suo cuore quanto di buono c'è in lei nonostante le regole della società di quei luoghi.
Scopriremo inoltre che per dare dei figli al marito, ha dovuto fare l'amore con altri uomini perchè lui era sterile, e tappare la bocca alla suocera, e tanti altri segreti intimi nascosti dentro il suo cuore.
Un film che come ho detto prima è un atto d'accusa alla condizione femminile in afganistan, e il regista non risparmia nulla allo spettatore. La confessione della moglie è precisa, spietata che colpisce al cuore; e quanto è ottuso e sordo il mondo maschile, incapace anche di ascoltare una più timida richiesta dalla propria compagna.
Perchè le donne lì non sono esseri umani, ma oggetti di proprietà degli uomini, e il regista prendendo spunto di un antica leggenda afgana in cui una donna prende una pietra paziente per regalarle i suoi segreti, lei usa suo marito come tale.
Il finale sarà catartico e anche più sconvolgente dell'intero film, ve lo posso assicurare.
Voto: 8
Dedicato alla difficile condizione femminile in Iran, tratto dal romanzo dello stesso regista, che ne ha fatto la trasposizione cinematografica.
Un fil sconvolgente dall'inizio alla fine, difficile dimenticarlo una volta che l'hai visto, primo perchè mette in scena una donna, che deve custodire il marito ormai in coma.
Lei lo usa come una pietra paziente che è la testimone di tutti i suoi segreti più intimi.
Scopriamo tutto di lei, dai sacrifici che ha fatto per mettere al mondo i figli, dall'amore che nasce con un giovane ragazzo, dai suoi silenzi, dalla sottomissione verso la suocera e le cosidette tradizioni che vogliono la moglie solo come figura obbediente e devota e sottomessa al marito.
Scopriamo che si vende pur di non lasciare solo il marito, pur di accudirlo nonostante la guerra a in afganistan, dove è ambientato il film.
Le possono arrivare le bombe, i fucili, lei non si smuove, e approfitta di tutto ciò per fare il punto della sua vita, come per guardare attraverso il suo cuore quanto di buono c'è in lei nonostante le regole della società di quei luoghi.
Scopriremo inoltre che per dare dei figli al marito, ha dovuto fare l'amore con altri uomini perchè lui era sterile, e tappare la bocca alla suocera, e tanti altri segreti intimi nascosti dentro il suo cuore.
Un film che come ho detto prima è un atto d'accusa alla condizione femminile in afganistan, e il regista non risparmia nulla allo spettatore. La confessione della moglie è precisa, spietata che colpisce al cuore; e quanto è ottuso e sordo il mondo maschile, incapace anche di ascoltare una più timida richiesta dalla propria compagna.
Perchè le donne lì non sono esseri umani, ma oggetti di proprietà degli uomini, e il regista prendendo spunto di un antica leggenda afgana in cui una donna prende una pietra paziente per regalarle i suoi segreti, lei usa suo marito come tale.
Il finale sarà catartico e anche più sconvolgente dell'intero film, ve lo posso assicurare.
Voto: 8
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