Guardando Vizio di Forma ho avuto l'impressione di assistere a una di quelle pellicole che ti fanno incazzare per il fatto che non le assimili subito, ma con il tempo piano piano ci si riesce a centrarli.
Mi viene in mente un altro film che ha avuto su di me lo stesso effetto...Mulholland Drive del mio amato David Lynch.
Ovviamente precisiamo che le due pellicole non hanno nulla in comune, a parte la sensazione di incazzatura durante la visione non c'è nulla che le colleghi.
Sono due opere differenti che hanno lasciato in me un senso di estraniamento che a primo colpo non si è avverato, ma è stato come ho detto prima il tempo e diverse osservazioni, non si contano le ricerche sui significati nascosti dell'opera Lynchana sopra elencata a farmela amare.
Accadrà lo stesso con Vizio di Forma? E perchè no.
Significa che non bisogna dare per scontato questo film, tratto dall'omonimo romanzo di Thomas Pinchon che spero di trovare il libreria e di leggere, anche per capirne un po' di più.
Il film racconta di una giovane donna che chiede al suo ex di fare ricerche sul suo attuale moroso, per non permettere che la moglie e il suo amante se la spassino con i soldi e a lui lo internano in un ospedale psichiatrico, ma è davvero così? Cosa si cela in realtà nella bizzarra sequenza di personaggi bizzarri interrogati dal detective Doc Sportello?
Abbiamo un Joaquin Phoenix in forma splendida, che ricorda piuttosto alla lontana il mitico Drugo de Il Grande Lebowski un po' come se Paul Thomas Anderson avesse voluto fare un film alla maniera dei Coen, facendo si che fosse un opera citazionista, molto lontana dai suoi film precedenti, ecco che c'è la difficoltà riconoscere il tocco registico del suo autore.
E forse la sua genialità è nascosta proprio dal fatto che sia un film diverso da quelli da lui diretti, sottolineato dal fatto che riesce a rispettare lo spirito del romanzo, non lasciandosi influenzare troppo.
Facendo un opera differente dalle sue tematiche, riesce in quello che io definisco originale, pur non avendo un soggetto originale per le mani.
L'opera ha bisogno di molteplici visioni, alla prima volta ero talmente incazzata che se facevo una recensione ne sarebbe risultata una stroncatura, e io sono una fan di Paul Thomas Anderson, sin dai tempi di Boogie Nights.
Ho voluto vedere il film una seconda volta, frammentizzato, perchè tra i miei nuovi impegni (sto cercando di scrivere un romanzo) e le visioni di film (che sono diminuite ma non troppo) va a finire che lo vedo sempre a tarda ora, e il sonno prende il sopravvento.
Non per la visione del film ma per la stanchezza hehehe.
Comunque sia è un film affascinante, dall'impatto visivo notevole e dalla trama ricercata. Un opera corale e citazionista non poteva che essere un film piuttosto complesso, che necessita di maggiore attenzione e parecchie visioni.
Comunque sia si fa amare, e moltissimo.
Voto: 8
Mi viene in mente un altro film che ha avuto su di me lo stesso effetto...Mulholland Drive del mio amato David Lynch.
Ovviamente precisiamo che le due pellicole non hanno nulla in comune, a parte la sensazione di incazzatura durante la visione non c'è nulla che le colleghi.
Sono due opere differenti che hanno lasciato in me un senso di estraniamento che a primo colpo non si è avverato, ma è stato come ho detto prima il tempo e diverse osservazioni, non si contano le ricerche sui significati nascosti dell'opera Lynchana sopra elencata a farmela amare.
Accadrà lo stesso con Vizio di Forma? E perchè no.
Significa che non bisogna dare per scontato questo film, tratto dall'omonimo romanzo di Thomas Pinchon che spero di trovare il libreria e di leggere, anche per capirne un po' di più.
Il film racconta di una giovane donna che chiede al suo ex di fare ricerche sul suo attuale moroso, per non permettere che la moglie e il suo amante se la spassino con i soldi e a lui lo internano in un ospedale psichiatrico, ma è davvero così? Cosa si cela in realtà nella bizzarra sequenza di personaggi bizzarri interrogati dal detective Doc Sportello?
Abbiamo un Joaquin Phoenix in forma splendida, che ricorda piuttosto alla lontana il mitico Drugo de Il Grande Lebowski un po' come se Paul Thomas Anderson avesse voluto fare un film alla maniera dei Coen, facendo si che fosse un opera citazionista, molto lontana dai suoi film precedenti, ecco che c'è la difficoltà riconoscere il tocco registico del suo autore.
E forse la sua genialità è nascosta proprio dal fatto che sia un film diverso da quelli da lui diretti, sottolineato dal fatto che riesce a rispettare lo spirito del romanzo, non lasciandosi influenzare troppo.
Facendo un opera differente dalle sue tematiche, riesce in quello che io definisco originale, pur non avendo un soggetto originale per le mani.
L'opera ha bisogno di molteplici visioni, alla prima volta ero talmente incazzata che se facevo una recensione ne sarebbe risultata una stroncatura, e io sono una fan di Paul Thomas Anderson, sin dai tempi di Boogie Nights.
Ho voluto vedere il film una seconda volta, frammentizzato, perchè tra i miei nuovi impegni (sto cercando di scrivere un romanzo) e le visioni di film (che sono diminuite ma non troppo) va a finire che lo vedo sempre a tarda ora, e il sonno prende il sopravvento.
Non per la visione del film ma per la stanchezza hehehe.
Comunque sia è un film affascinante, dall'impatto visivo notevole e dalla trama ricercata. Un opera corale e citazionista non poteva che essere un film piuttosto complesso, che necessita di maggiore attenzione e parecchie visioni.
Comunque sia si fa amare, e moltissimo.
Voto: 8
lo penso anche io ^^
RispondiElimina