Robert Redford esordisce alla regia con un film che è una fortissima critica all'istituzione familiare.
Una famiglia borghese prova il dolore della morte del primogenito, è successo in un incidente in cui l'altro figlio più piccolo è stato testimone.
Al centro di tutto c'è una famiglia devastata dal dolore, e dal rapporto ormai logoro, la persona che è chiusa è la madre, che incolpa il figlio piccolo della morte del più grande, non esplicitamente ma lo fa con il suo comportamento rigido e freddo, ma il ragazzo che cade vittima di una depressione per la morte del fratello, anche al senso di colpa che è scaturito dal comportamento freddo della madre non sa che lo stesso comportamento lei lo tiene con il marito con cui il rapporto è ormai finito.
Il ragazzo comincia una terapia con un analista, che piano piano riesce a scavare nel suo inconscio per fare uscire il dolore della perdita del fratello, e soprattutto fa uscire gli scheletri nell'armadio di una famiglia ormai che è tale solo agli occhi del mondo.
Una delle scene particolarmente drammatiche è quella in cui chiedono alla madre di fare una foto con il figlio, e lei rifiuta con tutte le sue forze, poi certe urla, certi problemi che esplodono in famiglia che sottolineano l'incapacità della donna di amare altre persone all'infuori del figlio che è morto.
Non dico il finale per non rovinarvi la sorpresa se non l'avete visto, quello che vi dico è che è un film che esplora attraverso il dolore della perdita la psicologia di una famiglia, e dei diversi modi di vivere il dolore della perdita.
Al centro c'è anche un ragazzo, che deve affrontare in prima persona un dolore inaccettabile e conviverci, ma soprattutto deve capire chi sono le persone che veramente lo amano, nella vita le cose capitano, e non è colpa di nessuno se accadono, perchè vuol dire che devono accadere, non è possibile prevedere gli incidenti, nè tantomeno evitarli, mentre il padre cerca di capire quel figlio problematico, la madre è quella che rimane chiusa nel suo guscio e non vuole aprire il suo cuore al figlio.
Non un grande film, ma un buon film, capace di fare riflettere sugli eventi della vita e sul dolore, ma soprattutto sottolinea anche i sentimenti che vivono dentro il cuore di una famiglia ormai a pezzi, in cui il solo padre cerca di tenere unita, ma alla fine non si può tenere unita una famiglia ormai finita.
Basta non dico niente, dico soltanto una cosa, guardatevelo.
APPETITOSO.
Una famiglia borghese prova il dolore della morte del primogenito, è successo in un incidente in cui l'altro figlio più piccolo è stato testimone.
Al centro di tutto c'è una famiglia devastata dal dolore, e dal rapporto ormai logoro, la persona che è chiusa è la madre, che incolpa il figlio piccolo della morte del più grande, non esplicitamente ma lo fa con il suo comportamento rigido e freddo, ma il ragazzo che cade vittima di una depressione per la morte del fratello, anche al senso di colpa che è scaturito dal comportamento freddo della madre non sa che lo stesso comportamento lei lo tiene con il marito con cui il rapporto è ormai finito.
Il ragazzo comincia una terapia con un analista, che piano piano riesce a scavare nel suo inconscio per fare uscire il dolore della perdita del fratello, e soprattutto fa uscire gli scheletri nell'armadio di una famiglia ormai che è tale solo agli occhi del mondo.
Una delle scene particolarmente drammatiche è quella in cui chiedono alla madre di fare una foto con il figlio, e lei rifiuta con tutte le sue forze, poi certe urla, certi problemi che esplodono in famiglia che sottolineano l'incapacità della donna di amare altre persone all'infuori del figlio che è morto.
Non dico il finale per non rovinarvi la sorpresa se non l'avete visto, quello che vi dico è che è un film che esplora attraverso il dolore della perdita la psicologia di una famiglia, e dei diversi modi di vivere il dolore della perdita.
Al centro c'è anche un ragazzo, che deve affrontare in prima persona un dolore inaccettabile e conviverci, ma soprattutto deve capire chi sono le persone che veramente lo amano, nella vita le cose capitano, e non è colpa di nessuno se accadono, perchè vuol dire che devono accadere, non è possibile prevedere gli incidenti, nè tantomeno evitarli, mentre il padre cerca di capire quel figlio problematico, la madre è quella che rimane chiusa nel suo guscio e non vuole aprire il suo cuore al figlio.
Non un grande film, ma un buon film, capace di fare riflettere sugli eventi della vita e sul dolore, ma soprattutto sottolinea anche i sentimenti che vivono dentro il cuore di una famiglia ormai a pezzi, in cui il solo padre cerca di tenere unita, ma alla fine non si può tenere unita una famiglia ormai finita.
Basta non dico niente, dico soltanto una cosa, guardatevelo.
APPETITOSO.
Ricordo che mi è piaciuto molto..più che appetitoso :)
RispondiEliminaP.S.Ieri credo di aver postato un commento nel posto sbagliato ! l'età...!!
hahaha eh capita ^^
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