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La Pazza Gioia

 

Ultimo (per ora) appuntamento col cinema di Paolo Virzì.
E' stato un viaggio bellissimo e interessantissimo, dove ho rivisto alcuni dei film che mi hanno fatto amare il regista livornese.
La carrellata dei film da lui diretti termina con questo film La Pazza Gioia.
Quando si tocca la malattia mentale è sempre difficile narrarla, soprattutto se a farlo è un regista che ha dato il suo meglio nella commedia, mandando avanti quella tradizione cominciata coi grandi registi come Germi e Monicelli facendola tutta sua, come se fosse un racconto di formazione.
Come ho detto prima La Pazza Gioia è un film difficile, che narra sia la malattia mentale, ma mette in scena anche cosa le ha causate, e mentre guardi o riguardi il film, ti accorgi quanto la vita sia bastarda, e quado incontri le persone sbagliate che ti fanno finire in un ospedale psichiatrico, per degli errori, per delle sbandate, all'improvviso tu sei un pericolo per la società.
Devi fare un periodo di cura in un ospedale psichiatrico perché sei matta, e quindi non sei socialmente adatta per la vita normale.
La sceneggiatura è scritta da una regista molto sensibile che apprezzo molto, in coppia ovviamente con Paolo Virzì, Francesca Archibugi che un giorno, mi piacerebbe darle lo spazio che merita alla fabbrica.
Un soggetto differente dai soliti film che di solito fa? Essia, e fa bene a farlo, perché nonostante tutto bisogna ammettere che Paolo Virzì è un regista che si mette sempre in gioco, non sempre gli riesce, ma quando lo fa, soprattutto con le persone giuste, vince.
La Pazza Gioia sembra un film su due matte scappate dal manicomio che ne combinano di tutti i colori, invece fanno un viaggio introspettivo alla ricerca di loro stesse, e di una libertà ormai perduta.
Sono due matte? Sta allo spettatore decidere la cosa se è vera oppure no, io penso che bisogna mettersi nei panni dell'una e dell'altra per capirlo.
Come penso che questo film sia uno dei più belli da lui diretti, e interpretato dall'allora moglie Micaela Ramazzotti e da Valeria Bruni Tedeschi.
Un film che merita di essere visto e anche collezionato perché no?
Buona Visione.





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