Si, è quasi una settimana che non mi faccio viva, anche perché sto facendo altre cose, quindi mi sto prendendo una pausa, piccola piccola, sarò di nuovo operativa la prossima settimana.
Ne approfitto per recensire un film che mi ha colpito molto, opera prima da regista di una attrice che mi piace molto, Maggie Gyllenhaal, che con questo film esordisce alla regia.
Tratto dal romanzo di Elena Ferrante, è la storia di una madre che non vuole crescere, una donna che per seguire i suoi sogni ha abbandonato le sue figlie.
Leda è il suo nome, e a darle il volto è una attrice che ha dimostrato un grande talento ultimamente: Olivia Colman.
Leda è attratta dal rapporto affettuoso tra una madre e la sua bambina, le osserva, le scruta, e quasi ne è invidiosa perché la madre della bambina è spontanea e sincera, all'improvviso scompare la bambola della bambina, chi l'ha presa?
Si direbbe un piccolo incidente di percorso, ma a ritroso, si narra la storia di Leda, della sua insofferenza per il ruolo di madre, che le va molto stretto, della sua voglia di evadere, dimostrando di non saper rinunciare a niente per amore dei suoi figli.
Il suo comportamento ossessivo è forse legato all'invidia per quella madre, che a differenza sua è capace di empatia?
O c'è dell'altro?
Un film difficile ma capace di parlare di quel ruolo complesso e duro dell'essere genitore, in questo caso, narra la figura di una madre che per inseguire i suoi sogni, decide di abbandonare le figlie, ma allo stesso tempo, invidia quella madre che è spontanea e affettuosa con la figlia, ma nella vita non si può avere tutto.
Leda è una madre egocentrica e narcisista, che pensa che il suo essere madre le abbia portato via tempo e soprattutto i sogni, la vediamo giovane, frustrata e insofferente nel crescere i suoi figli, la vediamo matura, a osservare quella giovane madre, che a differenza sua riesce ad essere affettuosa con la sua bambina.
Lei ha fatto la sua scelta, e tornare indietro è impossibile, ma non può e non deve importunare chi a differenza sua è capace di svolgere il suo ruolo di madre.
Un film duro e difficile, in cui Maggie Gyllenhaal pur non toccando i vertici del capolavoro, riesce a comunicare forti sentimenti, e non è una cosa che si vede tutti i giorni, soprattutto per un opera prima da regista.
La figlia Oscura è un film che fa riflettere, specialmente sul difficile ruolo di genitore, perché se fai un figlio devi rinunciare a qualcosa, è giusto che sia così.
Invece alcuni genitori, madri o padri che siano, non sanno rinunciare a niente, e questo comporta anche delle scelte sbagliate.
Bel film, da vedere sicuramente.
Un film affascinante e malinconico, con protagoniste difficili da capire e con le quali empatizzare.
RispondiEliminaVero, hai ragione bollicina 😊
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