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Cosmopolis

David Cronenberg ritorna al cinema, e lo fa con una pellicola tratta dal romanzo di Dom DeLillo. Come protagonista sceglie Robert Pattison, divo di Twilight nel ruolo di Eric Packer che prende la sua limousine e affronta qualsiasi cosa pur di raggiungere il suo barbiere, andando incontro anche a pericoli di vario tipo.
Il film si distanzia parecchio dai precedenti lavori di Cronenberg, e per chi legge il blog comprenderà di cosa sto parlando. Qui non ci sono mutazioni fisiche o psicologiche, qui c'è un uomo che lascia il suo castello di bottoni per scendere nella strada, nella vita reale per andare dal suo barbiere.
E' impreparato a quello che troverà, incontra persino la moglie e le parla, intorno a lui scorre la vita e succede di tutto, lui invece non sembra che cambi minimanente atteggiamento nei confronti della gente che incontra e in ciò che gli accade attorno; è inerme, asettico, assente, non è capace di nessuna reazione perchè vuole solo raggiungere il suo barbiere e basta.
Gli può cadere il mondo davanti ma non verrebbe smosso di un millimetro. Questo è il vuoto che circonda Eric, che è incapace di osservare la vita che gli gira intorno neanche quando gli riducono un catorcio la limousine si ferma nel suo intento.
Con questa pellicola di origine letteraria, Cronenberg narra il vuoto esistenziale che divide due classi sociali, la classe ricca, rappresentata da Eric, e la classe povera, che viene sottolineata dall'umanità che incontra durante il suo viaggio, che durerà un intera giornata a causa del blocco di traffico per la visita del presidente della repubblica.
Robert Pattison si mette in gioco dopo alcune prove che erano piuttosto lontane da Twilight che lo hanno visto protagonista per lasciarsi dietro il ricordo di Edward Cullen. Con questa pellicola si mette nelle mani di un grande regista, nonostante la sua interpretazione sia buona ma non è memorabile, riesce piano piano a scostarsi dal personaggio che gli ha dato la fama come idolo delle teenagers, con una interpretazione matura e acuta ma che ancora deve fuoriuscire del tutto.
Nel caso di Cronenberg ci troviamo di fronte al suo film più politico, più polemico nei confronti delle classi alte, e del vuoto che le circonda, nonostante il romanzo di origine riesce a dare una sua impronta personale alla pellicola, non è di certo il suo miglior film, ma si fa apprezzare molto bene, e questo al giorno d'oggi è più un pregio che un difetto.
DA COLLEZIONARE.




Commenti

  1. a me s'è fermato di traverso nell'esofago, accanto a Il Pasto nudo!

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  2. condivio Arwen, Cosmopolis è un gioiello da assaporare dolcemente!

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  3. per me è un cronenberg più in linea al suo passato di quanto possa sembrare. non siamo molto distanti dalle parti di existenz e come in crash c'è un rapporto molto fisico con la macchina...
    dopo l'inguardabile a dangerous method, per me cronenberg è tornato sulla retta via

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  4. Me lo guarderò nei prossimi giorni, poi pubblicherò il mio parere!

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