E finalmente recensisco The Lobster, ultima fatica di Yorgos Lanthymos per la prima volta uscita anche nei cinema in Italia, spero che escano altri suoi film perchè come regista è una bomba.
Non si smentisce neanche con questa sua opera più mainstream.
In Scena abbiamo un futuro distopico in cui devi essere in coppia altrimenti vieni escluso e trasformato in un animale a tua scelta.
L'ambientazione è claustrofobica, si respira un aria opprimente che di fatto stravolge la vita delle persone dentro l'albergo in cui il film è ambientato.
Qui Lanthymos esprime con chiarezza una chiara critica alla società, e soprattutto al genere umano, incapace di vivere attraverso le sue ispirazioni se non è "controllato" da una certa classe o meglio definirla elite, che di fatto controlla le vite di tutti in quella piccola nazione.
Non c'è libertà, e apparentemente non c'è via d'uscita, e sembra di vivere situazioni surreali in cui una persona normale definirebbe pazzi chi accetta una cosa del genere, David, in quell'albergo sembra l'unico che riesce a ragionare con la testa, e infatti piano piano capisce che deve prendere in mano lui la sua vita, nonostante sembri abbia trovato una compagna adatta a lui.
Nonostante tutto la vita è imprevedibile, non appena riesce ad uscire da quella situazione, entra in un altra situazione ancora più pericolosa di quella di prima: si innamora di una donna che fa parte dei ribelli, cioè persone che rifiutano le regole stabilite dalla società.
Di conseguenza c'è l'esclusione da entrambe le situazioni, con un finale stravolgente che è tutto un programma.
Che altro dire di questo film?
Nonostante ci sia un cast di attori di un certo livello, l'opera di Lanthymos affronta il tema del totalitarismo, delle regole imposte dalla società in cui anche i cosidetti ribelli impongono un certo stile di vita a coloro che si uniscono alla ribellione.
Dunque non c'è via di scampo, l'unico modo per uscire da quelle situazioni entrambe opprimenti è isolarsi, e cercare la libertà in altri luoghi.
The Lobster è un opera particolare, non è certamente un film che può piacere a tutti, però è innegabile la qualità dell'opera, strutturata da un regista che finalmente si espone cercando allo stesso tempo di essere se stesso, anche con certe limitazioni.
Quali limitazioni mi chiedereste? Certamente non è un film estremo come Dogtooth o Kinetta per non parlare di Alps, anche se in questo film le sue tematiche sono meno estremiste rispetto ai suoi precedenti lavori, ma ci sono tutte, eccome se ci sono tutte, in maniera diversa comunque.
Nonostante ciò è una pellicola che certamente ha lasciato il segno, aspettando un altro film diretto dal greco, intanto vi consiglio di recuperare sia i film citati prima se non li avete visti, sia The Lobster, che resta un ottimo esempio di cinema in un certo senso kafkiano, per questo mi è piaciuto molto.
Voto: 8
Non si smentisce neanche con questa sua opera più mainstream.
In Scena abbiamo un futuro distopico in cui devi essere in coppia altrimenti vieni escluso e trasformato in un animale a tua scelta.
L'ambientazione è claustrofobica, si respira un aria opprimente che di fatto stravolge la vita delle persone dentro l'albergo in cui il film è ambientato.
Qui Lanthymos esprime con chiarezza una chiara critica alla società, e soprattutto al genere umano, incapace di vivere attraverso le sue ispirazioni se non è "controllato" da una certa classe o meglio definirla elite, che di fatto controlla le vite di tutti in quella piccola nazione.
Non c'è libertà, e apparentemente non c'è via d'uscita, e sembra di vivere situazioni surreali in cui una persona normale definirebbe pazzi chi accetta una cosa del genere, David, in quell'albergo sembra l'unico che riesce a ragionare con la testa, e infatti piano piano capisce che deve prendere in mano lui la sua vita, nonostante sembri abbia trovato una compagna adatta a lui.
Nonostante tutto la vita è imprevedibile, non appena riesce ad uscire da quella situazione, entra in un altra situazione ancora più pericolosa di quella di prima: si innamora di una donna che fa parte dei ribelli, cioè persone che rifiutano le regole stabilite dalla società.
Di conseguenza c'è l'esclusione da entrambe le situazioni, con un finale stravolgente che è tutto un programma.
Che altro dire di questo film?
Nonostante ci sia un cast di attori di un certo livello, l'opera di Lanthymos affronta il tema del totalitarismo, delle regole imposte dalla società in cui anche i cosidetti ribelli impongono un certo stile di vita a coloro che si uniscono alla ribellione.
Dunque non c'è via di scampo, l'unico modo per uscire da quelle situazioni entrambe opprimenti è isolarsi, e cercare la libertà in altri luoghi.
The Lobster è un opera particolare, non è certamente un film che può piacere a tutti, però è innegabile la qualità dell'opera, strutturata da un regista che finalmente si espone cercando allo stesso tempo di essere se stesso, anche con certe limitazioni.
Quali limitazioni mi chiedereste? Certamente non è un film estremo come Dogtooth o Kinetta per non parlare di Alps, anche se in questo film le sue tematiche sono meno estremiste rispetto ai suoi precedenti lavori, ma ci sono tutte, eccome se ci sono tutte, in maniera diversa comunque.
Nonostante ciò è una pellicola che certamente ha lasciato il segno, aspettando un altro film diretto dal greco, intanto vi consiglio di recuperare sia i film citati prima se non li avete visti, sia The Lobster, che resta un ottimo esempio di cinema in un certo senso kafkiano, per questo mi è piaciuto molto.
Voto: 8
A me è piaciuto tanto, certo, non è un capolavoro, ma quanto basta per meritarsi parecchi complimenti ;)
RispondiEliminaVero hai ragione, poi è un film particolare, bizzarramente curioso, e colpisce proprio per questo ^_^
EliminaE' stata una sorpresa che non mi aspettavo. Coinvolto fino alla fine!
RispondiEliminaVero ^_^
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