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Il Sorpasso

"Chi è sta cicciona?
Mia mamma
Ah perbacco, bella donna"


"Non bevi, non fumi, non sai guidare la macchina.
ma ti godi la vita tu?"


"Ma non ci siamo già conosciuti io e lei?
Non mi pare.
Ma si, come no! Sa dove?
Dove?
Lì alla macchina delle sigarette, poco fa!"


Questo film è un autentico cult, un capolavoro, che racconta di un viaggio in automobile, nel giorno di ferragosto di un quarantenne immaturo, che non ha nulla da fare nella vita, e di un giovane studente universitario, che viene coinvolto dal primo nel suo giro in macchina a zonzo per l'italia, è un road movie che racconta l'italia del boom, e devo dire che invecchia bene, come il vino buono, io che l'ho visto da poco posso constatare anche l'amarezza che ci ha messo Risi di due generazioni a confronto, quella disillusa che della vita non gliene frega un cavolo, e quella di grandi speranze che vengono a meno grazie all'invadenza del primo.
Il personaggio cardine è ovviamente Bruno, interpretato da Vittorio Gassman, che inizialmente doveva interpretarlo Sordi, ma per impegni ha rinunciato al film, Gassman riesce a centrare appieno il personaggio di Bruno e a caratterizzarlo alla sua maniera, riuscendo a creare un icona che dentro l'italia del boom ci sta a pennello.
Bravissimo anche Jean Louis Trintignant, qui ancora giovanissimo che riesce ad essere naturale nella sua interpretazione del giovane studente ingenuo.
Nonostante sia una commedia, si nota l'amarezza con cui la storia è narrata, un banalissimo giro in macchina si trasforma in un viaggio che cambierà la vita ad entrambi, due uomini appartenenti a due generazioni differenti, il primo immaturo fannullone, il secondo è un ingenuo che vuole staccare la spina con lo studio, il tutto comincia con una telefonata di Bruno alla casa dello studente, e dopo grazie alla sua invadenza lo coinvolge nel suo giro in macchina, che nel bene o nel male cambierà la vita a entrambi, il finale amaro lascia supporre che nella vita non si può decidere il proprio destino.
E' un film è stato fonte di ispirazione per Dennis Hopper che poi ha diretto Easy Rider dal titolo americano del film di Risi che era Easy Life.
Il viaggio che sarà di sola andata per il giovane compagno di bruno, racconta di un italia che ormai non c'è più e si nota la critica di Risi verso la superficialità del boom economico, del benessere rappresentato da Bruno, due mondi si incontrano e si scontrano in un viaggio che alla fine non sarà per il giovane studente di ritorno, non è certo un viaggio iniziatico, è un viaggio lungo l'imprevedibilità della vita, che tutto lascia sperare per un ritorno, ma che non arriverà mai, un ritorno a quella sicurezza in cui il ragazzo è cresciuto, come la scelta di una strada da percorrere, solo che se fosse tornato e avesse insistito, le cose sarebbero state migliori, ma non si può andare in faccia al proprio destino, non quando percorri una strada sconosciuta piena di incertezze che ti allontana sempre di più verso la tua vita e il tuo futuro.
In conclusione, una commedia senza happy end, che è entrata nella storia del cinema e ancora oggi è attualissima nonostante siano passati cinquant'anni dalla sua uscita.
CAPOLAVORO.









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