Il cinema di denuncia italiano è sempre stato critico, sapendo fare riflettere, e dando quel senso di indignazione su fatti di cronaca come stragi di mafia, o di stato, avvolte lo fanno scadendo nel ridicolo, altre volte invece, come nel caso di Romanzo di una Strage, facendo riflettere lo spettatore sui mali dello stato, in questo film non si tocca solo l'indignazione, Giordana è capace anche di sottolineare il lato oscuro che esiste dietro una strage impunita, come quella di piazza fontana, ma anche il fatto che come strage, nonostante siano morte persone innocenti, è stato tutto insabbiato, e il caso chiuso, mettendo in risalto il dolore, il ricatto, e anche il lato oscuro delle istituzioni italiane.
Di fatto, non è un semplice film di denuncia, quelli li può fare anche paperino, ma è un film storico, che ricalca, anche in maniera romanzata, un fatto tragico accaduto in italia, fin dove si può arrivare per coprire un fatto criminoso, e perchè è accaduto tutto questo?
Il film è incentrato tutto sulla figura di un anarchico, che inizialmente verrà accusato di essere il principale responsabile della strage, ma che poi viene assassinato, e i sospetti sull'omicidio saranno per il commissario che segue le indagini della strage, una scusa per far tacere le indagini della magistratura su una strage che doveva restare impunita? Il film non scava dentro queste cose, ma si concentra sull'intelligenza delle istituzioni per far cadere il tutto in maniera subdola e disonesta, insabbiando e mettendo a tacere il tutto, Marco Tullio Giordana in questo film è un narratore, riscendo a far riflettere lo spettatore su un fatto di cronaca disumano, compiuto apparentemente senza un motivo preciso, e troppo presto insabbiato dalle istituzioni, che fosse una strage di stato lo si nota dalla velocità in cui viene tutto messo a tacere lasciando che la giustizia non compiesse il suo corso, dando l'impressione che la strage di piazza fontana fosse un attentato non solo allo stato, ma ai sogni di un intera generazione, la fine degli idealismi in nome del fanatismo politico di quei pochi che hanno voluto spargere del sangue innocente.
Un film che fa riflettere, fa indignare, sui lati oscuri dello stato, che non sempre è garante di giustizia, ma che avvolte si fa beffe di questo, diretto da Marco Tullio Giordana, in modo sorprendete, e non ha paura di dire che a volte lo stesso stato sia capace di mettere a tacere il tutto, bravissimi Pier Francesco Favino e Valerio Mastrandrea, un film da vedere per riflettere su un fatto disumano e sulle mille strategie compiute dallo stato per compiere atti criminosi in nome del potere e insabbiarli chiudendoli.
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Di fatto, non è un semplice film di denuncia, quelli li può fare anche paperino, ma è un film storico, che ricalca, anche in maniera romanzata, un fatto tragico accaduto in italia, fin dove si può arrivare per coprire un fatto criminoso, e perchè è accaduto tutto questo?
Il film è incentrato tutto sulla figura di un anarchico, che inizialmente verrà accusato di essere il principale responsabile della strage, ma che poi viene assassinato, e i sospetti sull'omicidio saranno per il commissario che segue le indagini della strage, una scusa per far tacere le indagini della magistratura su una strage che doveva restare impunita? Il film non scava dentro queste cose, ma si concentra sull'intelligenza delle istituzioni per far cadere il tutto in maniera subdola e disonesta, insabbiando e mettendo a tacere il tutto, Marco Tullio Giordana in questo film è un narratore, riscendo a far riflettere lo spettatore su un fatto di cronaca disumano, compiuto apparentemente senza un motivo preciso, e troppo presto insabbiato dalle istituzioni, che fosse una strage di stato lo si nota dalla velocità in cui viene tutto messo a tacere lasciando che la giustizia non compiesse il suo corso, dando l'impressione che la strage di piazza fontana fosse un attentato non solo allo stato, ma ai sogni di un intera generazione, la fine degli idealismi in nome del fanatismo politico di quei pochi che hanno voluto spargere del sangue innocente.
Un film che fa riflettere, fa indignare, sui lati oscuri dello stato, che non sempre è garante di giustizia, ma che avvolte si fa beffe di questo, diretto da Marco Tullio Giordana, in modo sorprendete, e non ha paura di dire che a volte lo stesso stato sia capace di mettere a tacere il tutto, bravissimi Pier Francesco Favino e Valerio Mastrandrea, un film da vedere per riflettere su un fatto disumano e sulle mille strategie compiute dallo stato per compiere atti criminosi in nome del potere e insabbiarli chiudendoli.
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una storia interessante e che andava raccontata. però cinematograficamente mi è sembrato quasi al livello delle fiction rai...
RispondiEliminasi cinematograficamente non è un capolavoro, da vedere solo per la storia che racconta e basta :)
RispondiEliminaMarco Tullio Giordana ha fatto di meglio, ma questo film merita comunque, fosse solo per gli interpreti! http://incentralperk.blogspot.it/2012/04/romanzo-di-una-strage.html
RispondiEliminasi lo credo anch'io :)
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