Questa è una commedia sulla vita vera, ma soprattutto su un gruppo di amici che non ha voglia di crescere e prendersi le responsabilità che la vita ti chiede.
Sono convinti, chi più e chi meno che bisogna prenderla in modo gagliardo, cercando i presupposti per poter avere tutto quello che si vuole anche facendo piccoli imbrogli, ma se lo fai la vita poi chiede le conseguenze, come succede a Fausto, che messo incinta una ragazza, cerca di svignarsela, ma appane il padre lo sa si prende le sue responsabilità sposando la ragazza.
All'inizio gli amici lo prendono un po' in giro, ma il giorno delle nozze saranno tutti presenti.
E arrivano i primi doveri e le prime responsabilità, e trova lavoro presso un negozio, ma ben presto lo perderà, perchè dimostra tutta la sua immaturità cercando un avventura dietro l'altra, senza mettere la testa a posto, arriva pure il licenziamento...e saranno guai.
Alberto invece perde il suo tempo a giocare al biliardo, e chiede alla sorella - che è l'unica che lavora in casa - soldi, per poter giocare ancora, quando la sorella si accorge che ha speso i soldi nel gioco, lui dice alla madre che sta con un uomo sposato.
Il film è una allegoria di un gruppo di amici che stanno attaccati alla spenzieratezza, ma nella vita bisogna pur mettere radici e la testa a posto, per mandare avanti una famiglia con responsabilità, in poche parole bisogna crescere, e i nostri protagonisti dovranno farlo, e provare che quando si diventa grandi e ci sono responsabilità, bisogna capire che non si può restare fanciulli per sempre.
Un film sull'amicizia virile, e sulla fanciullezza che se ne va via...io lo definirei un film sulla sindrome di Peter Pan, che bisogna saper lasciare l'isola che non c'è per vivere.
Federico Fellini è al suo meglio, e tratteggia il ritratto di una gioventù in bilico con la spensieratezza della giovinezza e le responsabilità della famiglia, il lavoro e via dicendo, con una sincerità assoluta evitando banalità e stupidaggini, alla fine tutti quanti si ritrovano cresciuti e in un certo senso disillusi, perchè la vita ti chiede il suo conto e tu devi pagare, bisogna capire che c'è un tempo per tutto, e che lo stesso tempo non dura tutta la vita.
Sono i cambiamenti che Fellini descrive in maniera schietta e pungente, sottolineando una certa satira sull'italiano medio, cialtrone, fanfarone e sempre in cerca di divertimenti, i protagonisti che ci presenta sono spacconi, dentro sono dei ragazzini, ma che capiranno che bisogna crescere e mettere la testa a posto per poter andare avanti nella vita.
Il film ha un grandissimo cast di attori, da Franco Interlenghi, ad Alberto Sordi, che regala una interpretazione intensa e toccante.
CAPOLAVORO.
Sono convinti, chi più e chi meno che bisogna prenderla in modo gagliardo, cercando i presupposti per poter avere tutto quello che si vuole anche facendo piccoli imbrogli, ma se lo fai la vita poi chiede le conseguenze, come succede a Fausto, che messo incinta una ragazza, cerca di svignarsela, ma appane il padre lo sa si prende le sue responsabilità sposando la ragazza.
All'inizio gli amici lo prendono un po' in giro, ma il giorno delle nozze saranno tutti presenti.
E arrivano i primi doveri e le prime responsabilità, e trova lavoro presso un negozio, ma ben presto lo perderà, perchè dimostra tutta la sua immaturità cercando un avventura dietro l'altra, senza mettere la testa a posto, arriva pure il licenziamento...e saranno guai.
Alberto invece perde il suo tempo a giocare al biliardo, e chiede alla sorella - che è l'unica che lavora in casa - soldi, per poter giocare ancora, quando la sorella si accorge che ha speso i soldi nel gioco, lui dice alla madre che sta con un uomo sposato.
Il film è una allegoria di un gruppo di amici che stanno attaccati alla spenzieratezza, ma nella vita bisogna pur mettere radici e la testa a posto, per mandare avanti una famiglia con responsabilità, in poche parole bisogna crescere, e i nostri protagonisti dovranno farlo, e provare che quando si diventa grandi e ci sono responsabilità, bisogna capire che non si può restare fanciulli per sempre.
Un film sull'amicizia virile, e sulla fanciullezza che se ne va via...io lo definirei un film sulla sindrome di Peter Pan, che bisogna saper lasciare l'isola che non c'è per vivere.
Federico Fellini è al suo meglio, e tratteggia il ritratto di una gioventù in bilico con la spensieratezza della giovinezza e le responsabilità della famiglia, il lavoro e via dicendo, con una sincerità assoluta evitando banalità e stupidaggini, alla fine tutti quanti si ritrovano cresciuti e in un certo senso disillusi, perchè la vita ti chiede il suo conto e tu devi pagare, bisogna capire che c'è un tempo per tutto, e che lo stesso tempo non dura tutta la vita.
Sono i cambiamenti che Fellini descrive in maniera schietta e pungente, sottolineando una certa satira sull'italiano medio, cialtrone, fanfarone e sempre in cerca di divertimenti, i protagonisti che ci presenta sono spacconi, dentro sono dei ragazzini, ma che capiranno che bisogna crescere e mettere la testa a posto per poter andare avanti nella vita.
Il film ha un grandissimo cast di attori, da Franco Interlenghi, ad Alberto Sordi, che regala una interpretazione intensa e toccante.
CAPOLAVORO.
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