Un film polemico con la religione cattolica.
Potrebbe essere definito così questo In The Name of... che viene dalla Polonia, e racconta la storia di un prete che ha sempre tenuto nascosta la sua omosessualità.
Sarà l'incontro con un giovane nel gruppo di ragazzi di cui si occupa, a far riemergere i desideri tenuti nascosti per i suoi voti verso Dio.
Ma che è?
Si scopre l'acqua calda?
Ebbene si, anche se esistono diversi film che trattano l'argomento non c'è storia più vecchia di questo mondo, ovvero del prete che riscopre i propri desideri verso altri esseri umani.
Ma qui la regista affonda il coltello di più nella piaga, parlando dell'omosessualità esistente nei preti cattolici.
Dello stesso argomento esiste il film Priest di Antonia Bird che ancora non ho visto, ma spero di recuperare presto.
Il film è tutto concentrato sulle pulsioni del prete protagonista, e sul suo dilemma che si innesca tra la sua fede, e i naturali impulsi umani, anche se si tratta di amare un uomo, non una donna.
Film che ancora non è uscito nelle sale italiane, (chissà poi perchè eh?) il che fa sospettare che l'italia sia uno stato laico solo sulla carta, ma che sia cattolico fino al midollo, per questo sia questo e sia opere come Camino non hanno avuto spazi nei nostri cinema vero?
Film che mi ha colpito molto, perchè mostra una figura umana di prete, non una figura di essere speciale perchè ha preso i voti, ma un umano, il classico verme della terra come lo siamo tutti, che poi è quello che penso anche io dei preti in generale, non solo del prete protagonista del film...sono esseri umani, esattamente come noi, oltre che pastori della parola di Dio.
Per questo il film tocca un argomento tabù come l'omosessualità e lo trasporta in chiesa, proprio nella stessa chiesa che decanta il rispetto per tutti e poi dice che l'omosessualità è peccato, che è una malattia, e sappiamo quanti omosessuali si sono tolti la vita credendo di essere sbagliati vero?
La regista invece sottolinea nella figura di Padre Adam, per cui sta sempre dalla sua parte, e lo fa scendere dal piedistallo dei voti religiosi, scoprendo le sue pulsioni umane facendoci capire che un prete non è un santo, ma un peccatore tale e quale all'uomo.
E io parlo in generale, non di omosessualità precisiamo.
Dobbiamo dare merito alla regista di aver sottolineato le ristrettezze a volte impossibili su cui si basa la religione cattolica.
Voto: 6 e 1/2
Potrebbe essere definito così questo In The Name of... che viene dalla Polonia, e racconta la storia di un prete che ha sempre tenuto nascosta la sua omosessualità.
Sarà l'incontro con un giovane nel gruppo di ragazzi di cui si occupa, a far riemergere i desideri tenuti nascosti per i suoi voti verso Dio.
Ma che è?
Si scopre l'acqua calda?
Ebbene si, anche se esistono diversi film che trattano l'argomento non c'è storia più vecchia di questo mondo, ovvero del prete che riscopre i propri desideri verso altri esseri umani.
Ma qui la regista affonda il coltello di più nella piaga, parlando dell'omosessualità esistente nei preti cattolici.
Dello stesso argomento esiste il film Priest di Antonia Bird che ancora non ho visto, ma spero di recuperare presto.
Il film è tutto concentrato sulle pulsioni del prete protagonista, e sul suo dilemma che si innesca tra la sua fede, e i naturali impulsi umani, anche se si tratta di amare un uomo, non una donna.
Film che ancora non è uscito nelle sale italiane, (chissà poi perchè eh?) il che fa sospettare che l'italia sia uno stato laico solo sulla carta, ma che sia cattolico fino al midollo, per questo sia questo e sia opere come Camino non hanno avuto spazi nei nostri cinema vero?
Film che mi ha colpito molto, perchè mostra una figura umana di prete, non una figura di essere speciale perchè ha preso i voti, ma un umano, il classico verme della terra come lo siamo tutti, che poi è quello che penso anche io dei preti in generale, non solo del prete protagonista del film...sono esseri umani, esattamente come noi, oltre che pastori della parola di Dio.
Per questo il film tocca un argomento tabù come l'omosessualità e lo trasporta in chiesa, proprio nella stessa chiesa che decanta il rispetto per tutti e poi dice che l'omosessualità è peccato, che è una malattia, e sappiamo quanti omosessuali si sono tolti la vita credendo di essere sbagliati vero?
La regista invece sottolinea nella figura di Padre Adam, per cui sta sempre dalla sua parte, e lo fa scendere dal piedistallo dei voti religiosi, scoprendo le sue pulsioni umane facendoci capire che un prete non è un santo, ma un peccatore tale e quale all'uomo.
E io parlo in generale, non di omosessualità precisiamo.
Dobbiamo dare merito alla regista di aver sottolineato le ristrettezze a volte impossibili su cui si basa la religione cattolica.
Voto: 6 e 1/2
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