Passa ai contenuti principali

Black Book

Si torna a casa, Paul Verhoeven decide che è rigiunto il tempo di fare i film che voleva fare, per questo abbandona il circo hollywoodiano per un ritorno parziale in Olanda, con incredibili risultati.

A un autore non puoi tarpare le ali, per quanto l'industria hollywoodiana sia sfavillante di lustrini e palliettes, prima o poi se non funzioni a dovere ti chiede il conto, Paul Verhoeven che è sempre stato un autore con la A maiuscola, decide che voleva fare i film che gli uscivano dal cuore, non voleva uniformarsi alle esigenze di mercato.
Il primo risultato è questo Black Book, film la cui idea è arrivata addirittura ai tempi di Soldato D'orange, e dopo quasi trent'anni è riuscito a portare sullo schermo.
Film ambientato durante la seconda guerra mondiale, in cui una donna che fa parte della resistenza olandese, si camuffa da collaborazionista per aiutare i partigiani, quello che non sa è che si innamorerà proprio dell'uomo che deve controllare, e forse dentro di loro c'è una talpa che sta rovinando la sua reputazione.
In sostanza questa è la trama: Black Book è un film piccolo, ma incredibilmente affascinante, un opera matura e ispirata, si vede che ci teneva a curare i particolari di regia, dalla sceneggiatura solida e sincera, e con un cast di attori incredibilmente bravi.
Mi è piaciuto tantissimo, questo squarcio di storia ambientata nella seconda guerra mondiale, un vero film, spudoratamente sincero, come è capace di fare il grande Paul.
Stavolta ha superato ogni mia aspettativa, e rivederlo è stata una conferma, come se ce ne fosse bisogno dai, che l'olandese ha ancora tanto da dire, e un talento incredibile nel raccontare storie, non poteva uniformarsi alle leggi di Hollywood, per questo è tornato a casa.
Il suo è cinema, acuto, sincero, spudorato, che evita in tutti i modi di indossare maschere, a me piace proprio per questo motivo, e durante questa rassegna cominciata un po' per gioco, ho rivalutato nettamente il suo essere regista.
Ormai fa parte della mia cerchia di registi preferiti.
Il suo essere autore continua, stavolta in francia dove dirige niente di meno quella grande attrice che risponde al nome di Isabelle Huppert, il film lo trovate già recensito Elle.
Non mollo Verhoeven, se becco i film che mancano nella sua filmografia, state certi che verranno recensiti, li passerò anche all'amico Cassidy così li vede anche lui, Verhoeven ci darà appuntamento l'anno prossimo col suo nuovo film, e non vedo l'ora di parlarvene: Benedetta.
Buone Feste a tutti.


Commenti

  1. Ho rivisto il film per la rubrica su Verhoeven e tra i suoi film, questo è quello che mi è salito di punti, bellissimo nel suo non fare sconti raccontando la storia del suo Paese, la "bionda" che visse due volte di Verhoeven ;-) Cheers

    RispondiElimina
  2. Un film decisamente intenso, spudorato ma mai volgare, gran film ;)

    RispondiElimina

Posta un commento

Moderazione rimessa, NO SPAM