Recensione scritta in ritardissimo oggi, mi scuso, ma ho avuto una brutta avventura stanotte che non mi ha permesso di scriverla di mattina, comunque bando alle ciance, ora che siamo qui la scriviamo, primo capitolo della trilogia del dollaro, nuovo appuntamento con la rassegna dedicata al mitico Sergio Leone, e prima collaborazione tra Leone e quel mito di Clint Eastwood, che lo lancerà nell'olimpo del cinema mondiale.
Remake in chiave western di un film di Akira Kurosawa, La Sfida del Samurai, remake non conosciuto, perché l'imperatore giapponese ha fatto causa a Leone perché pare sia stato copiato paro paro dal suo film senza che il regista italiano abbia chiesto i diritti.
Non so se questa storia sia vera oppure no, per capirlo devo guardare il film del grande maestro giapponese e farmi un idea, ma questo è il film che sancisce le regole del cosidetto spaghetti western e ridà successo al genere western, che per anni è stato quasi dimenticato negli anni sessanta, Leone rinfresca il genere, lo rinvigorisce, e ne ridefinisce gli archetipi.
Si vede benissimo che il genere western è a lui più congeniale, infatti questo film è la sua opera seconda, la cura dei particolari è evidente, ed è sorprendente la sintonia che esiste tra lui e Clint Eastwood, capace di regalarci un personaggio mitico con poche e semplici battute, vi pare poco? Guardare per credere.
Film uscito in america e per l'occasione anche Leone ha usato uno pseudonimo, la musica di Ennio Morricone potremmo definirla la classica ciliegina sulla torta, che rende il film incredibile, un cult punto e basta anche se sinceramente per me non è un capolavoro, ma si fa volere bene questo film e si fanno volere bene sia Sergio Leone che Clint Eastwood, e solo per questi motivi per me il film va visto, poi mi dite se lo avete fatto se vi è piaciuto ok?
Cultissimo.
Remake in chiave western di un film di Akira Kurosawa, La Sfida del Samurai, remake non conosciuto, perché l'imperatore giapponese ha fatto causa a Leone perché pare sia stato copiato paro paro dal suo film senza che il regista italiano abbia chiesto i diritti.
Non so se questa storia sia vera oppure no, per capirlo devo guardare il film del grande maestro giapponese e farmi un idea, ma questo è il film che sancisce le regole del cosidetto spaghetti western e ridà successo al genere western, che per anni è stato quasi dimenticato negli anni sessanta, Leone rinfresca il genere, lo rinvigorisce, e ne ridefinisce gli archetipi.
Si vede benissimo che il genere western è a lui più congeniale, infatti questo film è la sua opera seconda, la cura dei particolari è evidente, ed è sorprendente la sintonia che esiste tra lui e Clint Eastwood, capace di regalarci un personaggio mitico con poche e semplici battute, vi pare poco? Guardare per credere.
Film uscito in america e per l'occasione anche Leone ha usato uno pseudonimo, la musica di Ennio Morricone potremmo definirla la classica ciliegina sulla torta, che rende il film incredibile, un cult punto e basta anche se sinceramente per me non è un capolavoro, ma si fa volere bene questo film e si fanno volere bene sia Sergio Leone che Clint Eastwood, e solo per questi motivi per me il film va visto, poi mi dite se lo avete fatto se vi è piaciuto ok?
Cultissimo.
Avete fatto male a ridere. Quando sente ridere il mio mulo pensa che stiano ridendo di lui e questo non gli piace...
RispondiEliminamitica scena xD
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