Blue Caprice è il film che non ti aspetti.
Da una parte, c'è la storia vera di una persona John Allen Muhammad che plagia un ragazzino per fargli commettere dei delitti, Lee Boyd Malvo; da un altra c'è la storia di un uomo che ha perso praticamente tutto, ma quel che è peggio è che ha perso totalmente la testa, e dentro di se è piena d'odio e rancore, e allora decide di far fuori tutti coloro che non accetta, ovvero dei bianchi.
Bianchi che non permettono di costruire una società utopica come la vorrebbe lui, un viaggio sanguinario che coincide con la sua follia e che trascina con sè anche il figliastro, per il semplice motivo che ha perso tutto ciò che aveva, la moglie, i figli, tutto quanto.
Il film è il racconto di due assassini, dentro una spirale di follia che uccidono a caso, e senza motivo degli esseri umani, un bagno di sangue che terminerà grazie all'intervento delle forze dell'ordine, esattamenta a Washington DC nel 2002.
Un film spietato e reso ancora più incredibile da una regia asciutta, senza fronzoli, capace di andare subito al sodo senza particolari forzature, praticamente raccontando la storia come se noi spettatori fossimo accanto agli assassini, a guardare le loro mosse, ad assistere alle loro discussioni...allucinante...
La cosa che mi ha scosso di più però è il fatto di vivere dentro la follia, sullo schermo ascoltare le parole di Mohammad e non condividerle affatto, restando impassibile a tutto.
Quello che fa più paura, e che mi ha inquietata maggiormente, è fin dove può arrivare la rabbia di una persona?
Fino a dove si può capire quando non hai nulla da perdere allora fai letteralmente il c**o agli altri?
E' possibile che la rabbia esplode in un turbine di violenza incapace di fare ragionare e di fare capire che quello che si sta facendo è sbagliato? Che si stanno recidendo vite umane senza alcun motivo?
Un film da pelle d'oca, in tutti i sensi, ma ovviamente non è un capolavoro, ha anche i suoi difetti, primo l'opera scorre lenta e da l'impressione allo spettatore che il regista non sappia realmente cosa intende raccontare, secondo, nonostante la sua capacità di creare tensione, l'autore in questione sembra non sia capace di personalizzare l'opera.
E' un film ancora grezzo di un autore che deve ancora crescere, nonostante ciò si lascia vedere bene, con tutti i suoi difetti.
Senza infamia e senza lode.
Voto: 6 e 1/2
Da una parte, c'è la storia vera di una persona John Allen Muhammad che plagia un ragazzino per fargli commettere dei delitti, Lee Boyd Malvo; da un altra c'è la storia di un uomo che ha perso praticamente tutto, ma quel che è peggio è che ha perso totalmente la testa, e dentro di se è piena d'odio e rancore, e allora decide di far fuori tutti coloro che non accetta, ovvero dei bianchi.
Bianchi che non permettono di costruire una società utopica come la vorrebbe lui, un viaggio sanguinario che coincide con la sua follia e che trascina con sè anche il figliastro, per il semplice motivo che ha perso tutto ciò che aveva, la moglie, i figli, tutto quanto.
Il film è il racconto di due assassini, dentro una spirale di follia che uccidono a caso, e senza motivo degli esseri umani, un bagno di sangue che terminerà grazie all'intervento delle forze dell'ordine, esattamenta a Washington DC nel 2002.
Un film spietato e reso ancora più incredibile da una regia asciutta, senza fronzoli, capace di andare subito al sodo senza particolari forzature, praticamente raccontando la storia come se noi spettatori fossimo accanto agli assassini, a guardare le loro mosse, ad assistere alle loro discussioni...allucinante...
La cosa che mi ha scosso di più però è il fatto di vivere dentro la follia, sullo schermo ascoltare le parole di Mohammad e non condividerle affatto, restando impassibile a tutto.
Quello che fa più paura, e che mi ha inquietata maggiormente, è fin dove può arrivare la rabbia di una persona?
Fino a dove si può capire quando non hai nulla da perdere allora fai letteralmente il c**o agli altri?
E' possibile che la rabbia esplode in un turbine di violenza incapace di fare ragionare e di fare capire che quello che si sta facendo è sbagliato? Che si stanno recidendo vite umane senza alcun motivo?
Un film da pelle d'oca, in tutti i sensi, ma ovviamente non è un capolavoro, ha anche i suoi difetti, primo l'opera scorre lenta e da l'impressione allo spettatore che il regista non sappia realmente cosa intende raccontare, secondo, nonostante la sua capacità di creare tensione, l'autore in questione sembra non sia capace di personalizzare l'opera.
E' un film ancora grezzo di un autore che deve ancora crescere, nonostante ciò si lascia vedere bene, con tutti i suoi difetti.
Senza infamia e senza lode.
Voto: 6 e 1/2
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