Ironia della sorte, per ultimo la recensione è toccata proprio al primissimo film che ho visto dei fratelli Dardenne, ancora un protagonista bambino, stavolta alle prese con il lavoro in un centro di recupero per ragazzi disadattati, e un uomo che convive con il dolore della perdita del proprio figlio di cui insegna in questo centro la falegnameria.
A scontrarsi in questo film sono proprio due mondi, quello adulto, che vive con un dolore straziante, e quello infantile, che convive anch'esso con una realtà difficile e complessa; ne vogliamo parlare?
Proprio in questo periodo è nata questa speciale rassegna dedicata ai bambini, proprio a natale, festa per eccellenza dell'infanzia, ma anche di tutti, quasi per caso, non appena ho deciso di programmare le recensioni per le feste, forse indicata da qualcosa che mi diceva di recensire questi film non lo so.
Sta di fatto che sono qua, e quindi continuo con questa piccola rassegna a parlare d'infanzia.
Continuiamo a parlare del film, dunque abbiamo Olivier, interpretato da un bravissimo Olivier Gourmet nel ruolo dell'insegnante di falegmaneria, e in quello di Francis, interpretato da Morgan Marinne, il ragazzo che deve essere reinserito nella società per aver fatto 5 anni di riformatorio a causa dell'uccisione di un bambino.
Sin da subito Olivier sospetta che sia proprio Francis il responsabile della morte di suo figlio, e i suoi sospetti trovano una forte conferma nella scena in cui l'uomo lo affronta di petto, ma sarà proprio Francis ad aiutarlo a superare il dolore di questa grande perdita facendosi volere bene.
Terzo film diretto dai fratelli Belgi, duro e difficilissimo, il grado di tensione si taglia con un coltello, e non lascia mai lo spettatore che non sa cosa aspettarsi.
La domanda logica è questa: E' logico aiutare un bambino a reinserirsi nella società, anche se ha ucciso tuo figlio e devi aiutarlo proprio tu?
La risposta non è certo delle più semplici da dare, c'è chi rifiuterebbe, a ragione, e c'è chi riesce a perdonare una disgrazia non accaduta per colpa del ragazzo.
Comunque sia il film è difficilissimo, dubito che un genitore possa guardarlo senza provare ribrezzo al sol pensiero, o compassione.
Comunque sia, è un film che lascia riflettere molto, e i due fratelli Belgi col loro cinema ti mettono in situazioni apparentemente incomprensibili, tanto che tu dici, ma nooo, io non lo farei mai, ma al lungo andare si capisce dove vogliono girare la loro ruota.
Un grandissimo film è capace di fare riflettere, come fanno i fratelli Dardenne con il loro cinema, che è tutt'altro che superficiale.
In conclusione, promosso a pieni voti.
Voto: 9
A scontrarsi in questo film sono proprio due mondi, quello adulto, che vive con un dolore straziante, e quello infantile, che convive anch'esso con una realtà difficile e complessa; ne vogliamo parlare?
Proprio in questo periodo è nata questa speciale rassegna dedicata ai bambini, proprio a natale, festa per eccellenza dell'infanzia, ma anche di tutti, quasi per caso, non appena ho deciso di programmare le recensioni per le feste, forse indicata da qualcosa che mi diceva di recensire questi film non lo so.
Sta di fatto che sono qua, e quindi continuo con questa piccola rassegna a parlare d'infanzia.
Continuiamo a parlare del film, dunque abbiamo Olivier, interpretato da un bravissimo Olivier Gourmet nel ruolo dell'insegnante di falegmaneria, e in quello di Francis, interpretato da Morgan Marinne, il ragazzo che deve essere reinserito nella società per aver fatto 5 anni di riformatorio a causa dell'uccisione di un bambino.
Sin da subito Olivier sospetta che sia proprio Francis il responsabile della morte di suo figlio, e i suoi sospetti trovano una forte conferma nella scena in cui l'uomo lo affronta di petto, ma sarà proprio Francis ad aiutarlo a superare il dolore di questa grande perdita facendosi volere bene.
Terzo film diretto dai fratelli Belgi, duro e difficilissimo, il grado di tensione si taglia con un coltello, e non lascia mai lo spettatore che non sa cosa aspettarsi.
La domanda logica è questa: E' logico aiutare un bambino a reinserirsi nella società, anche se ha ucciso tuo figlio e devi aiutarlo proprio tu?
La risposta non è certo delle più semplici da dare, c'è chi rifiuterebbe, a ragione, e c'è chi riesce a perdonare una disgrazia non accaduta per colpa del ragazzo.
Comunque sia il film è difficilissimo, dubito che un genitore possa guardarlo senza provare ribrezzo al sol pensiero, o compassione.
Comunque sia, è un film che lascia riflettere molto, e i due fratelli Belgi col loro cinema ti mettono in situazioni apparentemente incomprensibili, tanto che tu dici, ma nooo, io non lo farei mai, ma al lungo andare si capisce dove vogliono girare la loro ruota.
Un grandissimo film è capace di fare riflettere, come fanno i fratelli Dardenne con il loro cinema, che è tutt'altro che superficiale.
In conclusione, promosso a pieni voti.
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