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Gone Girl - L'amore Bugiardo

Credevate che per il film al cinema vi lasciavo a bocca asciutta oggi? E invece no, ecco a voi l'ultima fatica di David Fincher, Gone Girl - L'amore Bugiardo.
Il film, tratto dall'omonimo romanzo di Gillian Flyn, che cura anche la sceneggiatura.
Il film è una acuta analisi sulle contraddizioni del matrimonio, o meglio sulle scelte che si fanno e che possono schiacciare chi ci vive accanto, rendendolo un ombra della persona che era.
Sottolinea anche l'ipocrisia della vita matrimoniale, fatta tutta di sorrisi, di assenze, di incomunicabilità, che è la cosa più tragica.

Amy sparisce, senza più lasciare traccia, suo marito Nick diventa l'uomo più odiato d'america, ma cosa c'è dietro questa scomparsa? Un omicidio? Una fuga?
David Fincher si relaziona con lo spettatore senza giudicare mai le scelte che fanno i suoi protagonisti, mettendoli davanti a un interrogativo? Il matrimonio è davvero una gabbia in cui una persona non può uscire?
Oppure scendere a compromessi a volte vuol dire schiacciare se stessi in una vita grigia e priva di spessore rispetto a quella che avevi a New York?
Fino a che punto è lecito schiacciare la personalità della persona che ci vive accanto? E' forse questo il tema portante del film? In poche parole SI!
Qui ci troviamo davanti a una moglie che si è stufata della vita di provincia, grigia e anonima, abituata com'era alla sfavillante New York dove era una scrittrice di libri per bambini, inventando il personaggio di The Amazing Amy, ovvero la mitica amy, e passare da una città dove eri qualcuno a un piccolo paesino dove non sei nessuno può far scattare la molla a chiunque.
Non so se Amy sia una pazza o una psicotica, quello che so è che in lei scatta qualcosa che le fa dire Basta, non ci sto più ad essere scopata senza nemmeno un atto di tenerezza, basta non ci sto più ad essere strafiga, basta non ci sto più ad essere cornificata.
A peggiorare il tutto ci si mettono anche i media, e ne fanno un caso come se la sparizione di una donna fosse lo sbarco in normandia.
L'intrusione dei media è vampirica, sempre a caccia della notizia choc da mandare in onda, e il caso di Amy è pane per i suoi denti; sbatti il mostro in prima pagina, anzi a pieno schermo in questo caso.
Il film tratta di questi temi e di altro ancora.
E' la battaglia tra i sessi al centro di questo film, che inizia come qualsiasi film romantico per poi trasformarsi in un giallo quasi hitchcockiano.
Rosamunde Pike, per la prima volta protagonista riesce a regalare suspance, immedesimandosi totalmente in Amy, riuscendo nell'impresa di creare un riconoscimento con il pubblico.
Ben Affleck come attore è sempre monoespressivo, quindi la sua performance non la tengo molto in considerazione, apparte il personaggio che è il classico marito che una volta sistemato si dimentica della moglie, e fa la sua vita, pensando solo a se stesso.
Quindi come marito non è il classico esempio da seguire, si fa pure l'amante, che durante la sparizione della moglie fa ironicamente un appello in difesa del marito di Amy.
Un altro grande film di David Fincher che fa letteralmente a pezzi l'aura buonista e ipocrita del matrimonio e affonda il bisturi nella facciata borghese dell'america, coaudiuvato dalla sceneggiatura scritta dalla stessa Gillian Flyn, autrice del romanzo di cui è tratto, che cercherò di recuperare per capire qualche passo che non ho centrato bene.
In conclusione, un ottimo film davvero che affonda le radici sulla falsità e l'ipocrisia del matrimonio, dell'idea che ci facciamo della persona che sposiamo, e della dura realtà da affrontare ogni giorno, in cui affiora la realtà della vita, e poi fare i conti, accettare i compromessi mentre chi ti sta accanto se ne frega di te, Gone Girl è tutto questo e molto più.
Voto: 8

 

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