Passa ai contenuti principali

Twin Peaks - Stagione 3

Ci siamo, è arrivato il momento...
Eccomi giunta alla recensione di quella che è stata l'evento televisivo mondiale dell'estate del 2017.
Ma di cosa stiamo parlando di una normale serie tv?
No, amici miei, perchè la terza stagione di Twin Peaks è un lungo film di diciotto ore quasi in cui mi ci sono persa durante questa splendida estate.
La cosa straordinaria è che ho ripreso una serie che è stata di fondamentale importanza per la mia formazione di cinefila, e il sapere che c'è stato questo sequel mi ha riempito di molte aspettative e di una grandissima felicità
Perchè?
Perchè l'estate del 2017 per me è stata come la lontana estate del 1994, quando divenni  una cinefila dura e pura, solo che adesso ho guardato l'opera di Lynch con la maturità di 23 anni in più di esperienza e la conoscenza enciclopedica del suo cinema e di tanti altri registi che ho conosciuto e amato.
Il risultato? E' andato oltre le mie più rosee aspettative.
In questa terza stagione c'è praticamente tutto il cinema di Lynch, e continua ad esserci, solo che adesso ho scorto molti più richiami a film che vanno da Strade Perdute, passano per Mulholland Drive, e finiscono a INLAND EMPIRE.
Per un opera che molti hanno visto come una summa, e come una specie di testamento da lasciare al suo pubblico.
Io invece ho capito che David Lynch ha fatto pace con Twin Peaks, opera che per anni ha osteggiato e di cui non ne voleva sentir parlare, fortunatamente una parte di sè è rimasta a Twin Peaks, e così è nata questa terza stagione, da lui completamente diretta e scritta insieme a Mark Frost, in cui ha avuto piena libertà creativa.
Vi lascio solo immaginare che spettacolo è stato, il picco massimo c'è stato nella parte 8, il mio episodio preferito di Twin Peaks di sempre, praticamente un capolavoro a se, come se fosse un film a se stante, dentro il film con una sua precisa trama e storia, dove si vede la nascita del male assoluto BOB ad opera di the mother, una creatura risvegliata dalla malvagità dell'uomo che ha vomitato l'essere più malvagio di Twin Peaks, che poi ha ucciso Laura Palmer, che qui è rivelata come una specie di messia creata dalla forze del bene.
Ne vogliamo parlare dei gigante o Fireman? Della signorina Dido, di Naido, della parte tre, dove si vede Cooper entrare in un edificio contorniato da un oceano viola?
Twin Peaks è tutto questo e molto più, e vi assicuro che il più con Lynch può fare andare fuori di testa il normale spettatore.
Sapete che questo non è un prodotto per il grande pubblico, stavolta Lynch ha fatto di testa sua, e ha avuto libertà di farlo, fregandosene altamente delle aspettative dei fans, che volevano magari un operazione nostalgia.
Invece Lynch ha voluto creare qualcosa di ancora più rivoluzionario delle prime due stagioni, e ci è riuscito in pieno.
Kyle Maclachlan praticamente nel ruolo - in questo caso nei ruoli - della vita, la sua interpretazione dello stralunato Dougie Jones, Bad Cooper e del finale che non rivelo è davvero da premiare, incrocio  le dita per un golden globe a questo attore straordinario che meriterebbe maggiore attenzione anche da parte mia.
Per quanto mi riguarda anche questa volta Lynch ha rivoluzionato il piccolo schermo, con meno clamore rispetto alle prime stagioni, ma con un enorme successo verso lo streaming di showtime, e l'epopea di Bad Coop, scappato dalla loggia nera, che in 25 anni ne ha combinate di cotte e di crude, e dei suoi delitti, per non parlare della glass box e del delitto di the mother ai due sprovveduti che limonavano sul divano...
E il buon Cooper? Prende l'identità di Doogie Jones e per quasi tutta la stagione è quasi come rinato dal grembo della loggia, come se fosse in uno stato catatonico, menzione speciale alla grande Naomi Watts nel ruolo di Jeany-e ci ha regalato uno dei personaggi memorabili dell'intera serie.
E adesso veniamo al dunque a quello che non mi è piaciuto.
L'assenza di BOB, visualizzato solo in immagini d'archivio e in un effetto speciale e poi nella parte otto e diciassette, troppo poco, BOB per me è e rimane l'anima di Twin Peaks.
Il nano, trasformato in un albero elettrificato fa un po' più paura, solo un poco, ma è troppo poco rispetto a Michael J Anderson che era molto più inquietante.
Monica Bellucci, caro David, per quanto ti ho sempre voluto bene, la Bellucci me la potevi risparmiare, dice poche battute e le dice pure male...vabè contento lui.
Audrey, apparsa dalla parte dodici, non è che poi centri così tanto con la storia, si suppone che se ci fosse una quarta stagione ciò che le è successo venga sviluppato a dovere, lo spero.
Comunque nella parte sedici sembra che si svegli da un coma.
In conclusione, una stagione epocale, che farà ancora parlare di se nei prossimi 25 anni, sperando che la quarta stagione arrivi entro 3 o 4 anni.


Commenti

  1. Io non sono rimasto soddisfatto quanto te, però alla fine con quei due episodi finali che hanno sistemato un po' tutto (o quasi) posso dire di essere soddisfatto se non altro a metà. :)

    Pure per me delusione Audrey.
    La Bellucci, per quanto la dica male, dice però una frase chiave, forse la chiave frase, per interpretare l'intera stagione. :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si è vero, ma sescondo me è fuori posto la Monicona nazionale a tp xD

      Elimina
  2. Bella recensione, che condivido.
    Gli attori, tutti, hanno dato grande prova. Penso a Naomi Watts, a Laura Dern (secondo me vincerà anche il prossimo anno qualche premio), e soprattutto Kyle, qui triplicato se non quadruplicato. Mamma mia.
    TP era già LA serie, ora è diventato TUTTO.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come posso non darti ragione? A me ha cambiato la vita, totalmente xD

      Elimina

Posta un commento

Moderazione rimessa, NO SPAM