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Edipo Re




Continua il mio viaggio personale nel cinema di Pier Paolo Pasolini, e stavolta fa l'adattamento dell'omonima tragedia di Sofocle, come è andata la visione? Restate con me e lo scoprirete.
Tutti noi prima o poi nella nostra vita, abbiamo sentito parlare del complesso di Edipo, una condizione psicologica reale, che narra di un figlio sessualmente attratto dalla madre e geloso del padre, può un genio come Pasolini non narrare la tragedia che parla proprio di questo complesso?
Il film è strutturato su una base post-moderna, e comincia proprio negli anni venti del secolo scorso, in cui un uomo, un soldato, sente la gelosia nei confronti del figlio, secondo lui colpevole di avergli tolto l'affetto della moglie.
Subito dopo ci troviamo nell'antica grecia, dove si narrano le gesta di Edipo, destinato a diventare re, ma abbandonato dai genitori che volevano ucciderlo a causa di una profezia, detta da una maga che lo vedeva amante della madre e assassino del padre.
La bontà della gente umile gli salva la vita, ma i nodi verranno al pettine, e il destino farà in modo che la profezia si compi, in modo ancora peggiore di quando è stata detta.
Un altra tragedia, un altra visione cinematografica di un adattamento senza tempo, il cui fato sui protagonisti è malsano e crudele.
Non ho letto la tragedia di Sofocle, però vedendo il film, mi accorsi di quanta cura ci ha messo Pasolini, nel girarlo, lui che realmente ha avuto rapporti difficili col padre, cerca di identificarsi in Edipo, solo metaforicamente però.
Questo film mi ha ricordato piuttosto alla lontana Orlando di Sally Potter per la circolarietà della trama, che mescola antichità e modernità, e ci scommetto che c'è sempre in sottofondo quella classica incazzatura pasoliniana sulle classi agiate e la borghesia, sul potere prima esercitato dai genitori che rappresentano la prima autorità, e poi sulla società che ci circonda, infatti dall'antica grecia, dopo il finale tragico, ci spostiamo nell'antichità e questo fa di Edipo Re, un film che trascende il tempo, complesso, e allo stesso tempo fragile e tormentato, un film che rasenta davvero il capolavoro, e che ogni cinefilo deve guardare prima o poi nella vita.
Questo noi avevamo in Italia quando in giro c'era Pier Paolo Pasolini, tutto ciò che ha fatto, rimane in eredità a noi, ed è giusto diffondere in pieno le sue opere, ed è un eredità pesantissima, di un uomo che non si limitava soltanto a scrivere romanzi, ma ha sfidato il perbenismo italiano, la società, e tutto ciò che c'era da sfidare, senza limiti, e soprattutto senza nessuna paura.
Un uomo con le palle d'acciaio, questo senza ombra di dubbio.



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