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La vita di Oharu - Donna Galante

Il 2019 per me si sta rivelando un grandissimo anno cinefilo, fino ad oggi ho visto ben 30 film, e tra questi c'è il film di cui vi parlerò oggi, e la scoperta di un nuovo regista, che già ve lo dico è entrato nella rosa dei miei preferiti AL PRIMISSIMO FILM CHE VEDO DI LUI, è capitato solo con pochissimi registi tra i quali Lynch, Bergman, Kubrick tra gli altri, allora siete pronti ad esplorare questo meraviglioso quanto sorprendente capolavoro?



Olimpo senza indugi.
Come direbbe l'amico Robydick, e pure nel suo blog l'aveva messo nell'olimpo, i grandi film si riconoscono subito, dalla sconvolgente sincerità con cui vene narrata la storia, e soprattutto dal coinvolgimento.
C'è anche di più, sapete che sono da sempre - praticamente da quando sono nata - una amante del cinema orientale, ho cominciato a guardare i film orientali grazie a mio padre, e da allora è stato amore a prima vista verso questi popoli, La vita di Oharu Donna Galante è stato un film di cui avevo precedentemente sentito parlare, me ne sono fatta una copia mettendola da parte, e proprio questa mattina ho avuto l'idea di guardarlo.
Immenso, se non l'avete fatto non perdetevi assolutamente questo capolavoro assoluto del cinema perché ve ne pentirete se non lo fate.
Un film che parla di una donna, e, che sottolinea una critica verso la società patriarcale e arcana giapponese del 17° secolo, sottolineando la condizione femminile in maniera struggente, che per poco non ti spezza il cuore.
Cazzo  Mizoguchi è un fottuto genio!!!
Dirige una storia profondamente drammatica, con una protagonista trattata alla stregua di un oggetto, che non riesce a liberarsi da quella catena di violenze e sopraffazioni a cui ogni uomo della sua vita la sottopone.
Innamoratasi di un servo, all'inizio, viene fatta allontanare da lui ed esiliata da Kyoto mentre a lui lo giustiziano, e avverranno anche una serie di eventi a catena in cui prima diventa la concubina di un ricco signore a cui darà un figlio che non conoscerà mai, poi avverranno tantissimi eventi che la porteranno persino alla prostituzione.
Una donna, un personaggio quello di Oharu di cui vi innamorerete subito, e che non dimenticherete più come questo straordinario film.
Bellissime le scene, come quelle in cui la cattiveria femminile e la gelosia viene alla luce, soprattutto quando una moglie le taglia con violenza i capelli, oppure struggente la scena in cui vede una ragazza suonare una canzone alla chitarra, così persa nella sua solitudine, da non capire come deve comportarsi.
La sua diversità è essere donna, e la donna è un oggetto da usare e da buttare via, non è un essere umano con dei sentimenti, dei sogni, e delle passioni.
La Vita di Oharu è un film durissimo e straziante, e solo il coraggio di un grande regista, ha potuto raccontare la situazione femminile retrogada nel giappone delle epoche antiche.
Non c'è via di scampo per Oharu, la sua è una discesa agli inferi senza possibilità di trovare la luce, non riuscirà mai ad abbracciare suo figlio, per colpa del padre  e delle sue idee medievali, la vende persino a un signore come concubina, e infine come cortigiana, e quando cerca la luce scegliendo di diventare suora, il suo passato parla prima che lei potesse realizzare il suo desiderio.
Come si fa a non amare questo film?




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