Se io sono d'accordo o meno, ritengo non sia questo il post giusto per parlarne, magari lo faccio in un altro post, la vittoria di Roma a Venezia come miglior film, è comunque un segnale molto forte.
Segnale che forse le cose per la settima arte stanno cambiando, o forse sta cambiando il modo di usufruire della settima arte.
Roma racconta la storia di una sua famiglia e della domestica, in un quartiere messicano a cui hanno dato il nome della città Italiana.
Si dice sempre che l'uomo è il capofamiglia, quando è la donna a mandare avanti la casa, a crescere i figli, l'uomo è colui che lavora fuori, ma da tanti anni anche la donna lo fa, e sono proprio le donne le protagoniste di questo bellissimo film, diretto da Alfonso Cuaròn passato al cinema in sordina, per essere presentato solo un giorno per poi approdare su Netflix 11 giorni prima di natale.
E' un film difficile, duro, che racconta la vita di questa famiglia, il cui marito si vede pochissimo, ad essere protagoniste sono loro, le donne.
Una madre Sofia che deve accudire con l'aiuto delle domestiche i figli, si vedono questi bambini che giocano, e fanno tutto quello che fanno i bambini, poi ci sono le domestiche, in particolare una, che ha una storia con un giapponese.
Una volta incinta viene abbandonata da quest'ultimo, ma la padrona di casa non la licenzia, e anzi, le sta vicino, facendo nascere un rapporto intenso e profondo da rasentare la grande amicizia.
Fino alla tragedia che colpisce questa domestica, che non vi anticipo per non rovinarvi la visione di questo film.
Un film toccante, lucido, che racconta la realtà femminile come realmente è...in realtà siamo noi donne il sesso forte, gli uomini una volta di fronte alle responsabilità scappano, perché infondo sono bambini anche loro, e hanno paura di crescere i figli, hanno paura della vita, della realtà, anche il marito di Sofia se ne va e con un altra donna, e così, le due donne rimangono sole a crescere i figli della seconda, di cui Cleo si prende cura come fossero figli suoi.
Di tutti i film usciti l'anno scorso, questo è colui che mi è entrato nel cuore, tutto girato in bianco e nero e ambientato negli anni settanta.
Meritatamente ha vinto come miglior film a Venezia, e lo credo, perché infondo è capace di empatizzare col pubblico in maniera sincera e unica.
Una riflessione personale, dedico questa recensione a mia madre deceduta 3 anni fa, anche lei abbandonata da mio padre e anche lei si è messa sulle spalle la famiglia, con un fratello trapiantato di fegato ben 2 volte.
Ora non dovrei parlare dei fatti miei in un luogo dove si recensiscono film, ma questo film in particolare me l'ha fatta venire in mente, e ho ricordato la sua forza e la sua grinta nel non farsi calpestare da nessuno quando è rimasta sola ad accudire la famiglia.
Non so se la sala cinematografica sparirà, magari sì… e di certo non sarò contento. Una cosa è sicura: un film visto al cinema è profondamente diverso dal vederlo in tv. ROMA è un film che andrebbe visto sul grande schermo, perché ha una fotografia spettacolare, una luminosità abbagliante, una profondità visiva che rendono la storia ancora più profonda. Poi, per carità, ben venga Netflix che dà la possibilità di vederlo a tutti, ma il grande schermo è un'altra cosa...
RispondiEliminala penso esattamente come te, oddio per me i film andrebbero visti tutti sul grande schermo, ma a conti fatti io da cinefila, ho visto i film tramite vhs, dvd, e anche blu ray ora, compreso internet, la tecnologia ha permesso a chi prima non poteva avvicinarsi alla settima arte, di vedere e conoscere, poi certo anche io non sarei contenta che le sale chiudessero...oggi come oggi le cose stanno così purtroppo :(
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